“La Regione Emilia-Romagna fa registrare una capacità di spesa che si avvicina al 70% dei fondi stanziati, di gran lunga superiore a quella media in Italia. Detto che nessun ritardo è mai tollerabile, soprattutto quando si tratta di interventi per la messa in sicurezza del territorio, e quindi delle comunità locali, l’auspicio è che la Sottosegretario all’Ambiente, Vannia Gava, stia verificando in tutte le aree del Paese lo stato di attuazione delle opere previste. Così come credo sia nei suoi poteri verificare un dato non nella nostra disponibilità ma reso noto da un autorevole dirigente del ministero dell’Economia in una recente riunione a Roma, e cioè che solo il 7% delle risorse destinate alla messa in sicurezza del territorio sia stata spesa, il che, ripeto, non accade certo in Emilia-Romagna. Peraltro, dei fondi destinati alla sicurezza del territorio e ipotizzati sia dal presidente del Consiglio che dal ministro per l’Ambiente non si ha ancora alcuna notizia, così come sta avvenendo sui progetti relativi all’Emilia-Romagna e le risorse previste e già definite: invitiamo quindi la Sottosegretario Gava, dalla quale in questi lunghi mesi non abbiamo mai avuto alcun cenno o riscontro, a venire in Regione, per verificare lo stato di avanzamento dei progetti in Emilia-Romagna e avere le risposte che tuttora aspettiamo ”.

L’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo, interviene dopo la lettera inviata dalla Sottosegretaria Gava al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, per chiedere conto, dopo l’esondazione del fiume Reno nel bolognese, sabato scorso, del perché non si sia ancora chiuso il lavoro di ripristino dell’integrità arginale in località Pioppe, intervento compreso nel Piano stralcio per le aree metropolitane e finanziato alle fine del 2015 con l’Accordo fra la Regione e il ministero che stanziava 43,4 milioni di euro per l’Emilia-Romagna.

“Intanto è bene precisare che dei 43,4 milioni di cui parla Gava, 28,4 sono statali e 16 stanziati dalla Regione- sottolinea Gazzolo-. Degli interventi previsti, ne sono stati realizzati per 28,45 milioni di euro, già liquidati alle aziende che li hanno eseguiti, pari al 66% di quanto complessivamente disponibili. Se consideriamo poi i fondi già impegnati, relativi a cantieri in corso o in avvio, saliamo a 34,56 milioni di euro, quasi l’80%. Mi chiedo se altri in Italia hanno fatto altrettanto sulle aree metropolitane, dimostrando una analoga capacità di programmazione, intervento e spesa come quella della Regione Emilia-Romagna”.

Quanto al nodo idraulico bolognese, prosegue l’assessore, “nel bacino Reno-Samoggia sono previsti interventi di messa in sicurezza, fra cui la realizzazione di casse d’espansione per una portata complessiva di 33 milioni di metri cubi, per un investimento complessivo di 220 milioni di euro, 77 dei quali destinati a opere sul Cavo Napoleonico. Sono già finanziati cantieri per 40 milioni di euro, 23 stanziati dallo Stato e 17 dalla Regione”.

Rispetto ai tempi dell’intervento in località Pioppe, dalla relazione dei tecnici regionali emerge come quelli di realizzazione della nuova arginatura rientrino nella media di quelli relativi alle opere pubbliche, sulla base delle norme vigenti, delle procedure da seguire e degli adempimenti richiesti. In questo caso specifico, sottolineano sempre i tecnici, va considerato poi che l’area interessata dai lavori è stata fino a poco tempo fa un’area militare, quindi non accessibile ai civili per interventi di qualunque tipo. Si è dunque dovuto provvedere a liberare la zona dalle servitù militari, prima di poter procedere con i lavori, che hanno inoltre comportato anche un intervento massiccio di bonifica da eventuali residui bellici. Solo l’11 settembre scorso, infatti, è stato trasmesso ai servizi regionali l’attestato di bonifica bellica terrestre da parte dell’impresa incaricata.

Quanto all’intero iter complessivo, ha influito anche l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti nel 2016 e la sua immediata applicazione. “Non ci fu alcuna fase di transizione- sottolinea Gazzolo- il che costrinse tutta la pubblica amministrazione a riesaminare i progetti approvati alla luce delle nuove norme e dei nuovi parametri da rispettare, cosa che venne fatta anche in Regione e anche col progetto sulla località Pioppe”.