All’anagrafe disoccupato, di fatto imprenditore di stupefacenti “specializzato” nel “ramo” della cocaina, come accertato in maniera inconfutabile dalle indagini condotte dai carabinieri di Gattatico che hanno arrestato “l’imprenditore” nell’ambito di una mirata indagine antidroga. I miliari hanno documentato un migliaio di cessioni di stupefacenti e ricostruito un biennio di spaccio. Per non essere beccato, l’uomo adottava alcune precauzioni:

  • decideva personalmente il luogo in cui incontrarsi con i clienti, variandolo di volta in volta;
  • nascondeva le dosi di cocaina all’interno della bocca in modo tale da poterle ingoiare in caso di controlli;
  • incontrava i clienti quasi sempre di sera o la notte ed in luoghi privi di luce per non essere visto e quindi non essere riconosciuto;
  • utilizzava contemporaneamente più utenze telefoniche cambiandole per evitare di essere facilmente intercettato;
  • da gennaio del 2017 utilizzava utenze telefoniche cosiddette “pulite” in quanto intestate a persone inesistenti o non riconducibili alla sua persona ma a persone sconosciute su tutto il territorio nazionale.

Nessuno sapeva la sua vera identità: per molti era “pomodoro” per altri “bob” o “Carmello” ovvero i “nomi di battaglia” che aveva dato ai suoi clienti (che si premurava di cambiare), unitamente alle varie utenze cellulari dove doveva essere contattato per la compravendita degli stupefacenti.

Il Tribunale di Reggio Emilia, accogliendo le richieste avanzate dal dott. Forte, sostituto presso la Procura reggiana, concorde con le risultanze investigative dei carabinieri di Gattatico, ha emesso a carico dell’uomo un’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari che ieri mattina è stata eseguita dai militari.

In manette con l’accusa di spaccio di stupefacenti aggravato dalla continuazione del reato è finito un 40enne nigeriano residente a Reggio Emilia.