“3Dprint2enable è stato scelto come progetto per l’area Ricerca e Cultura di Unimore Orienta 2019, a cui siamo stati presenti in partnership con Kentstrapper srl, come già avvenuto in occasione della Notte dei Ricercatori 2018”. Così la prof.ssa Maria Teresa Mascia, docente Unimore di Reumatologia e responsabile del progetto 3Dprint2enable, avviato ad inizio 2018 e finalizzato alla realizzazione di attività rivolte a cittadini e pazienti affetti da patologie complesse di mano e polso che spesso comportano degenerazione, trauma ed infiammazione, come ad esempio le patologie reumatiche.

“Siamo onorati che Kentstrapper, azienda italiana produttrice di stampanti 3D, abbia scelto di supportare il progetto 3Dprint2enable di Unimore, mettendo a disposizione dei nostri ricercatori e dei nostri tesisti una stampante Verve, nonchè la competenza e l’esperienza dei loro tecnici. Il progetto 3Dprint2enable si pone come uno dei tanti obiettivi trasversali dell’Ateneo nell’ambito dell’inclusione sociale e del benessere sui luoghi di vita e di lavoro attraverso la riduzione della stigmatizzazione della disabilità, temi sui quali la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, co-finanziatrice del progetto, sta svolgendo un ruolo di sostegno fondamentale” prosegue la prof.ssa Mascia.

Il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha permesso di istituire una borsa di ricerca, assegnata ad inizio 2018 alla dott.ssa Chiara Anastasio, terapista occupazionale, che spiega: “3Dprint2enable mette a disposizione degli utenti un team di esperti in ambito medico, terapeutico/riabilitativo ed ingegneristico per co-progettare ausili personalizzati ed originali stampabili in 3D capaci di rispondere alle esigenze specifiche della persona a livello anatomico, patologico e psicologico con costi inferiori rispetto agli ausili standard e ricadute positive sulla autonomia e sulla qualità della vita quotidiana, sia in ambienti domestici che professionali”.

Il progetto nasce grazie ad un primo lavoro di tesi all’interno del corso di laurea in Terapia Occupazionale, si è poi espanso ad ulteriori progetti sia tesi che non, all’interno dei Corsi di Laurea in Terapia Occupazionale e di Ingegneria Meccanica. In particolare, vede la collaborazione di due Dipartimenti di Unimore: il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili dell’Adulto – SMECHIMAI ed il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” – DIEF.

L’Ing. Francesco Gherardini, ricercatore presso il DIEF e responsabile delle attività di modellazione CAD e stampa 3D degli ausili, conclude: “La presenza di un’azienda giovane e dinamica come Kentstrapper testimonia la validità del progetto, che nasce dalla creatività e dalla capacità progettuale del nostro team interdisciplinare, ma che trova concreta attuazione grazie alla flessibilità della stampa 3D. La tecnologia FDM che Kentstrapper ha messo a disposizione con Verve ci permette di personalizzare l’ausilio e di produrlo a basso costo, così da poterlo fornire gratuitamente ai pazienti”.

Il progetto 3Dprint2enable, infatti, è ad accesso libero e a disposizione di tutta la cittadinanza ed in particolare delle categorie di utenti più deboli (persone che convivono con malattie croniche, anziani, persone con danno da trauma).

Lo stand di 3Dprint2enable ha suscitato grande interesse nel corso di Unimore Orienta, ed è stato visitato dai numerosi studenti e docenti. I presenti hanno potuto testare gli ausili sviluppati ed approfondire la propria conoscenza sulla stampa 3D grazie alla presenza della dott.ssa Chiara Anastasio e degli Ingg. Enrico Dalpadulo e Andrea Petruccioli, dottorandi del DIEF e collaboratori del progetto 3Dprint2enable sulle attività di modellazione CAD e stampa 3D degli ausili.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito: www.3dot.unimore.it