È l’odio che viaggia sui social e sui media il tema del nuovo appuntamento con il ciclo di incontri “L’Antibarbarie” in programma venerdì 15 marzo, alle 17.30, in Galleria Europa, piazza Grande 17, con il titolo “È falso, ma se lo merita!”. Ad approfondire il tema del cosiddetto “hate speech” saranno Alessandra Falconi, del Centro Alberto Manzi, e Daniela Tazzioli, insegnante e scrittrice.

Le relazioni d’odio, frutto di ignoranza, pregiudizio e ostilità verso gli altri, che si possono instaurare nello sport, sui social media, nei rapporti di vicinato, nella cattiva educazione sono il tema portante dell’edizione 2019 del ciclo che proseguirà venerdì 12 aprile con “Là fuori c’è il mio nemico”, sui conflitti urbani e i rapporti di vicinato, mentre venerdì 10 maggio è previsto “Nessuno te l’ha mai insegnato? Scuola del qualunquismo o scuola della buona cittadinanza?”.

Agli incontri si aggiunge il seminario-laboratorio “Andare oltre i luoghi comuni. Le prevenzioni e gli stereotipi”, previsto sabato 13 aprile. Per informazioni: Europe Direct Modena 059 2032602.

Con questa quarta edizione cresce la rete dei partner che promuovono “L’Antibarbarie”. Accanto agli storici promotori, Movimento Nonviolento e ufficio Politiche europee e Relazioni internazionali del Comune, ci sono quest’anno l’Università di Modena e Reggio Emilia, con il Centro interdipartimentale di ricerca su Discriminazioni e vulnerabilità, Coop Sociale “Mediando” e Caritas Diocesana.

“L’Antibarbarie” è la nonviolenza, con il suo bagaglio teorico e pratico fondato sul dialogo e sull’ascolto, cornice entro la quale costruire relazioni rispettose e giuste, nei diversi contesti sociali in cui si presentano criticità e conflittualità. È la strada maestra per realizzare incontro, inclusione, condivisione in una società attraversata da preoccupanti lacerazioni, da paure e sentimenti d’odio, frutto in larga misura di disinformazione e pregiudizi.

I conflitti sono componente naturale nelle relazioni, sia su scala micro, che macro. Imparare modalità e tecniche per gestirli con mezzi pacifici, è condizione per evitare la loro degenerazione in scontro insanabile, violenze o guerra. In questa “rivoluzione culturale” si colloca anche un radicale ripensamento della concezione dell’alterità e della diversità, non come minaccia, ma come risorsa. Buona informazione, conoscenza, incontro, dialogo, ascolto, educazione alla cittadinanza responsabile sono i rimedi che possono allontanare odio e intolleranza, in una società che sconfigge la paura e scopre la ricchezza delle diversità.