Aveva avuto modo di visionare su un sito di annunci la vendita di un’autovettura Volkswagen T-ROC che veniva commercializzata al prezzo di 22.500 euro. Interessato all’acquisto, il 48enne reggiano contattava il venditore, ovvero una concessionaria multimarche con sede in provincia di Varese. Dopo uno scambio di mail in cui gli venivano fornite altre informazioni sull’autovettura, il consulente alla vendite gli forniva l’utenza telefonica attraverso la quale veniva fissato un appuntamento per formalizzare l’acquisto.

Nel varesotto il malcapitato reggiano stipulava il contratto di acquisto senza aver modo di vedere l’autovettura poiché si trovava in Germania in attesa di essere importata, operazione che – a detta del venditore – poteva avvenire solo al pagamento della caparra richiesta ammontante a oltre 3.000 euro. Effettuato il bonifico sull’iban indicato nel contratto, il 48enne reggiano provvedeva a trasmettere la ricevuta sia via mail che tramite whathsApp. Da quel momento non riusciva più a rintracciare ne il venditore ne il proprietario della concessionaria, che si rendevano irreperibili.

Solo dopo qualche giorno riceveva una telefonata dal venditore che gli riferiva che il proprietario della concessionaria si era reso irreperibile e che pertanto non poteva più concludere la compravendita dell’autovettura. Materializzato di essere rimasto vittima di una truffa, il 48enne si presentava a i carabinieri della stazione di Cavriago formalizzando la relativa denuncia.

I militari avvivano quindi le indagini riuscendo a identificare il venditore con cui la vittima aveva stipulato il contratto, un 49enne comasco, e il proprietario della concessionaria, un 55enne di Varese. A carico dei due, con reciproci precedenti di polizia per analoghe truffe, i carabinieri hanno acquisito incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di concorso in truffa, per la cui ipotesi di reato venivano entrambi denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia.