È stata inaugurata domenica 5 maggio nell’opificio Oasi di Tolè (Vergato) la collezione permanente “Bologna Velata”, curata dallo scultore Paolo Gualandi e da Sandro Malossini dell’associazione Felsina Factory: una mostra unica nel suo genere, perché, per volontà dei curatori, raccoglie opere dagli anni sessanta all’inizio del duemila di artisti diversi per tradizione e sensibilità artistica, ma accomunati dal territorio in cui hanno operato, cioè Bologna e dintorni. Molti di loro infatti hanno o hanno avuto legami con il liceo artistico di Bologna o con l’Accademia delle Belle Arti.

«L’unicità di questa raccolta di opere è legata soprattutto alla loro varietà: l’arte bolognese è qui presente in tante diverse correnti, da quella informale naturalistica all’astrattismo, dal figurativo al surrealismo fino alla nuova figurazione pop. Un autentico scrigno di tesori che va svelato, venendo qui nel cuore dell’Appennino, in questo noceto tra il fiume e la montagna» spiega Paolo Gualandi.

Patrocinata dal Comune di Vergato, dall’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese e dall’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, la collezione conta oggi 40 opere di 40 artisti diversi, grazie alle donazioni degli stessi o dei familiari. Diversi i linguaggi e le tecniche, come si è detto: pittura, scultura, grafica. Difficile citarne solo alcuni senza fare torto a qualcuno, ma sicuramente alcuni nomi sono noti non solo agli appassionati: Mario Nanni, Wolfango, Nanni Menetti, Piero Copertini, Vincenzo Satta. Già dal prossimo ottobre autore i curatori contano di allargare la collezione acquisendo un’altra ventina di opere e qualche installazione.

Un’altra delle peculiarità della collezione sta nella struttura che la ospita: “Oasi” è un opificio realizzato presso un ex-mulino da Paolo Gualandi, per quasi trent’anni (1971-2007) docente di modellazione plastica presso il Liceo Artistico di Bologna, che da quando è in pensione organizza corsi di scultura per grandi e piccoli presso la sede del suo laboratorio in Via Mulino del Balone a Tolè, sull’Appennino bolognese. Qui, in un noceto silenzioso dove l’unico suono che si avverte tra le fronde degli alberi è quello del vicino ruscello, spesso ospita artisti italiani e stranieri che partecipano a corsi e seminari di scultura, e organizza mostre.

Da qui il nome della collezione, “Bologna velata”: arrivare qui e scoprire questi capolavori diviene davvero uno svelamento duplice, con l’intenzione dei curatori da un lato di dare spazio ad artisti legati a Bologna, che meritano di essere conosciuti dal grande pubblico, dall’altro di valorizzare la produrre di arte in Appennino. Oasi si propone infatti di diventare un punto di riferimento, una residenza per gli artisti che sia aperta tutto l’anno, e non solo nei mesi estivi, in cui organizzare corsi e laboratori. Oltre che negli ambienti al chiuso alcune delle opere troveranno ospitalità nei boschi nei dintorni dell’opificio che già adesso sorprendono i visitatori che hanno l’occasione di visitare l’ex mulino. Lo scorso settembre per esempio è stata realizzata l’opera “Uroboro” dal collettivo spagnolo “Pentaculo Escultores” con lo stesso Gualandi e alcuni studenti del liceo artistico di Bologna

La collezione è visitabile previo appuntamento contattando Paolo Gualandi (p.gualandi@alice.it).