Considerata la particolare situazione di questo inizio del mese di maggio, l’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Unimore ha redatto un primo provvisorio bilancio meteo relativo ai primi 15 giorni del mese.

Presso la stazione storica dell’Osservatorio Geofisico, collocata sul torrione orientale del Palazzo Ducale di Modena, la temperatura media registrata in questa prima metà del mese evidenzia un valore di 14.9 °C, che risulta di -2.5°C inferiore alla climatologia di riferimento del periodo 1981-2010.  “Per trovare un periodo analogo più freddo – commenta Luca Lombroso, meteorologo dell’Osservatorio modenese – si deve tornare indietro al maggio 1991, quando ancora si risentivano i postumi della storica nevicata tardiva del 18 aprile 1991. In quell’anno il periodo 1-15 maggio registrò una temperatura media notevolmente più bassa di quest’anno, 12.5°C. Maggi freddi, anche più di quest’anno, si sono avuti nel 1984, nel 1980 e in numerosi anni precedenti”.

Quanto alle piogge, il pluviometro della stazione di p.za Roma a Modena ha raccolto finora 124.9 mm, un quantitativo doppio del valore climatologico. Di questi, 58.9 mm sono caduti il giorno 5 e 41.5 mm il giorno 12 maggio 2019.

Per trovare un maggio altrettanto piovoso in anni recenti si deve risalire al 2008, allorché nell’intero mese caddero 141.4 mm, concentrati però in questo caso nella seconda metà del mese, in particolare in un breve ma intenso episodio perturbato fra il 17 e 20 maggio 2008, con i 57.7 mm il giorno 19 e 42.2 mm il giorno dopo, 20 maggio 2008.

“Siamo di fronte dunque – riflette Luca Lombroso l’esperto di Unimore – a un evento non certo da record, ma senz’altro inconsueto, più per le bizzarrie rispetto ai mesi scorsi che per i valori di temperature e piogge. In 15 giorni, abbiamo di fatto colmato il deficit pluviometrico dei primi quattro mesi dell’anno. Veramente curiosi poi gli andamenti delle temperature. Il citato 1991 fu un anno caratterizzato da un inverno freddo, culminato con l’ondata di gelo di febbraio e, quindi, con la nevicata tardiva del 17-18 aprile. Nel 2019, invece, abbiamo avuto differenze che potremmo definire anomale e bizzarre.  In questa prima metà di maggio 2019 in particolare abbiamo osservato svariate giornate più fredde della fine di febbraio di quest’anno”.

Nelle altre stazioni, la temperatura media è risulta nei primi quindici giorni del mese di 13.7°C a Modena Campus DIEF di Ingegneria e di 13.6°C a Reggio Emilia Campus universitario S. Lazzaro, mentre il quantitativo di piogge è stato di 121.2 mm a Modena Campus DIEF Ingegneria e di 164.8 mm a Reggio Emilia Campus universitario S. Lazzaro.

Previsione. A scala globale, buona parte dell’Italia e del centro Europa sono sotto anomalie fredde, mentre un’ondata di caldo precoce è in corso in Spagna. Temperature sopra la media, anche di oltre 10°C, si osservano in Groenlandia, nelle zone artiche, e in Russia, dove pochi giorni fa una stazione nei pressi delle coste del Mar Bianco ha registrato 31°C. Queste anomalie si inquadrano nel contesto del processo della cosiddetta “amplificazione artica”, con l’alterazione della disposizione, ora meridiana, delle correnti a getto. “In pratica, l’anticiclone delle Azzorre – osservano Luca Lombroso, Sofia Costanzini e Francesca Despini dell’Oservatorio Geofisico del DIEF di Unimore – si sta ora spostando verso la Scandinavia, e altra aria fredda e altre perturbazioni interesseranno le nostre zone nei prossimi giorni. Di conseguenza, oggi abbiamo a che fare con “goccia di aria fredda in quota che porta piogge deboli e neve in Appennino oltre i 600-800 m. Dopo una pausa, nuove perturbazioni sono attese nel fine settimana. Le temperature, da domani andranno aumentando, ma resteranno al di sotto dei valori stagionali ancora diversi giorni”.