Stamane, prima delle sette, una decina di agenti della Polizia Municipale coordinati da un Ispettore, sono entrati nelle ex caserme Garibaldi e Fanti per provvedere allo sgombero dei locali occupati abusivamente da mesi da cittadini provenienti da paesi dell’est.

In quel momento nei locali abbandonati dell’ex Distretto Militare vi erano sette persone, quattro delle quali dopo aver raccolto le proprie cose si sono allontanate avendo trovato un altro luogo dove alloggiare. Per gli ultimi tre gli agenti hanno dovuto far intervenire personale del Centro Stranieri. L’occupazione delle Caserme Garibaldi e Fanti da parte di persone provenienti da paesi dell’Europa dell’Est, soprattutto di nazionalità Ucraina, risale ad alcuni mesi addietro. Poiché erano risultati inutili tutti i tentativi di sgombero coattivo, messi in atto anche d’intesa con le altre forze di Polizia, in quanto i locali venivano immediatamente rioccupati da altri clandestini privi di dimora, la Polizia Municipale, d’intesa con il Centro Stranieri del Comune di Modena, ha organizzato una intensa attività di mediazione con gli occupanti che ha consentito di procedere ad uno sgombero pacifico delle due strutture. I motivi che impedivano il protrarsi dell’occupazione erano di natura igienico-sanitaria ma anche di sicurezza, infatti da un lato la mancanza di servizi igienici e degli allacciamenti idrici non consentivano agli occupanti, censiti in 42 unità solo una settimana addietro, di poter condurre una vita dignitosa in presenza di grossi rischi per la salute. Dall’altra, oltre al fatto che parte della struttura risulta non agibile e pericolante, il freddo di questi giorni aveva costretto gli occupanti a ricorrere a mezzi di fortuna per potersi riscaldare, utilizzando in prevalenza resistenze di forni elettrici ed altri accorgimenti che in assenza di un impianto elettrico a norma poneva seriamente in pericolo la loro stessa incolumità. D’altro canto le caratteristiche degli gli occupanti, per la maggior parte persone di sesso femminile di età adulta dedita a mansioni di badanti o di infermieri, o giovani comunque dediti ad attività lavorativa, suggeriva di non procedere ad un intervento coattivo che costringesse gli stessi a dimorare all’addiaccio.