A mettere la parola fine all’
inchiesta voluta dal ministro dell’Interno Claudio Scajola, per
fare luce su eventuali responsabilità per la mancata scorta a
Marco Biagi, è stato il ministro del Welfare, Roberto
Maroni. La sua precisazione sulla richiesta di ripristinare la
tutela all’economista ha fatto luce su possibili mancanze.

”Oltre ad alcune sollecitazioni informali nei confronti
della prefettura di Roma il ministro del Welfare – precisa una
nota del ministero del Lavoro – richiese esplicitamente la
protezione per Marco Biagi con una nota scritta del 29 agosto
2001 inviata alla prefettura di Roma. Questa nota è stata
consegnata al Viminale in occasione dell’inchiesta disposta dal
ministro Scajola”.
Poche parole che chiariscono però chi avrebbe potuto sulla
base di elementi certi, rivedere le decisioni sulla tutela a
Biagi e non lo avrebbe fatto. Si rasserena dunque la situazione
per i prefetti di Bologna, Milano, Modena al centro delle
polemiche subito dopo l’attentato e Roma, dove Emilio Del Mese
ha preso il posto del prefetto Giuseppe Romano il primo ottobre
2001. E’ a Romano, dunque, sostituito dopo il coinvolgimento
nell’inchiesta sulle autodemolizioni a Napoli, che sarebbe
arrivata la richiesta di Maroni.
Così l’inchiesta condotta dal capo di Gabinetto di Scajola,
Roberto Sorge, sembra non essere destinata a far cadere teste.
Il ministro, una volta esaminato tutto l’incartamento redatto da
Sorge, che ha svolto la sua inchiesta prima a Roma, poi a
Milano, infine a Bologna dove ha incontrato anche i vertici
della sicurezza di Modena, potrebbe dunque valutare la mancanza
di responsabilità individuali, o rilevarle in mancanze
burocratiche assegnate a semplici funzionari.
Non mancherà comunque il richiamo ad una rinnovata
attenzione ad un settore delicato come quello della gestione
delle scorte.