Maggiore attenzione nella prevenzione
delle malattie virali dal dentista. E’ quanto chiedono gli
esperti al IX Congresso nazionale del Collegio dei docenti di
odontoiatria, in corso a Roma.
Secondo una ricerca internazionale presentata al convegno,
esiste un alto rischio di infezione, anche di patologie virali
gravi come l’epatite C, attraverso l’uso di alcuni strumenti e
in particolare gli spray utilizzati per spruzzare l’acqua nella
bocca del paziente.


L’indagine, durata 15 anni e coordinata dall’Italia, ha
confermato la contaminazione dei circuiti idrici dei cosiddetti
”riuniti dentali” e dunque ”l’alta potenzialità infettiva”
di alcune strumentazioni. Allo stesso tempo, è stato presentato
anche un nuovo metodo di decontaminazione efficace in pochi
minuti, di cui sono stati forniti i risultati della
sperimentazione.
La ricerca, condotta in numerose università italiane (quelle
di Bologna, Siena e a Roma, presso La Sapienza, Tor Vergata e La
Cattolica) e straniere (Barcellona, Salonicco, Dallas, Londra) e
sostenuta dai ministeri della Salute e della Ricerca
scientifica, è stata coordinata da Giovanni Dolci, presidente
del Collegio e direttore della Clinica odontoiatrica della
Sapienza.
Tra le cause della trasmissione di infezioni da
paziente a paziente vi è la penetrazione di batteri e virus
all’interno delle tubazioni idriche del riunito dentale.