Si chiama Pet-Tc ed è un nuovo strumento, la tomografia ad emissione di positroni unita alla
tomografia assiale, in grado di dire non solo come è fatto un tumore, ma anche il suo livello metabolico e quindi quanto è aggressivo: oncologi e medici di medicina nucleare lo considerano indispensabile per mettere a punto la terapia più
appropriata e personalizzata, permettendo di colpire in modo mirato il tumore e solo quello, ma oggi è presente solo in otto regioni.

In tutto, si stima, ne servirebbero 120 in tutta Italia
ma oggi ce ne sono meno di 20. Per questo gli esperti rivolgono un appello alle Regioni perchè utilizzino i fondi giàesistenti per disporre l’ arrivo di questi strumenti nei centri oncologici. Da domani, riuniti in un convegno a Roma dell’ associazione di oncologica medica (Aiom) e dell’associazione
Italiana di medicina nucleare (Aimn), cercheranno di fare il punto su come utilizzare al meglio queste risorse tecnologiche che, assicurano, permettono di migliorare le cure e quindi di ottenere nuovi successi nella lotta contro il cancro. Ogni ora
in Italia si ammalano di tumore 30 persone e 18 ne muoiono. Purtroppo, sia i tomografi che il ciclotrone, il macchinario che serve per produrre il farmaco utilizzato per la diagnosi, sono operativi
solo a Milano, Castelfranco Veneto, Palermo, Messina, Catania, Napoli, Firenze, Pisa, Bologna, Reggio Emilia, Cuneo e Ancona, mentre sono ancora in fase di installazione in altri cinque
ospedali (2 a Milano, Torino, Genova e Cesena). Alti i costi: l’ istallazione completa di un macchinario si aggira sui 10-13 miliardi, ma, ha spiegato Carlo Maini, direttore del dipartimento di Medicina Nucleare dell’Istituto Regina Elena,
gli studi dimostrano come questo investimento porti ad una razionalizzazione dell’ iter medico e chirurgico e di conseguenza un risparmio economico. E non solo in ambito oncologico: la Pet è eccellente, ad esempio, per studiare la
cardiopatia ischemica, la demenza e l’Alzheimer.