La legge sulla fecondazione assistita, che è alla stretta finale alla Camera, riguarda l’attività dei 323 centri italiani specializzati e almeno 50.000 coppie infertili, pari al 15-18% delle coppie italiane.
Nonostante l’attuale assenza di regole, in Italia nasce in provetta un bambino su 100, tanto che i figli della fecondazione artificiale sono finora almeno 6.000.


I 323 centri pubblici e privati cui possono rivolgersi le coppie con problemi di sterilità si trovano soprattutto nel Nord (142), contro i 102 del Sud e i 79 del Centro. La regione con il più alto numero di centri specializzati è la Lombardia (58), seguita da Lazio (48), Campania (29), Piemonte (28), Sicilia (27), Veneto (24), Puglia (23), Toscana
(18), Emilia Romagna (17). Oltre a praticare le tecniche classiche della fecondazione assistita, sempre più centri si stanno specializzando nel
congelamento di gameti ed embrioni. Sono finora 98 i centri specializzati nel congelamento degli spermatozoi, 25 hanno cominciato a congelare gli ovociti e 72 conservano gli embrioni in sovrannumero in azoto liquido, alla temperatura di 196 gradi sotto zero. Di questi centri, 26 si trovano nel Nord (Lombardia 8, Piemonte 3, Veneto 7, Emilia Romagna 6, Trentino 1, Liguria 1), 24 nel Centro (Lazio 12, Toscana 8, Marche 1, Abruzzo 3) e 22 nel Sud (Campania 6, Sicilia 6, Puglia 8, Sardegna 2).Secondo il primo censimento degli embrioni congelati, condotto nel 2001 dall’Istituto superiore di sanità, sono 24.276 gli embrioni attualmente conservati sottozero in Italia.
Di questi sono 250 quelli ”orfani”, ormai abbandonati dalla coppia. Appartengono a 5.022 coppie, con una media di 4,8 embrioni per coppia.
Secondo un recente sondaggio condotto dall’associazione ”Fertilita”’, della quale fanno parte coppie in attesa di fecondazione artificiale, il 78% delle coppie preferisce rivolgersi ai centri privati, dove ritiene di trovare una maggiore riservatezza. Ai centri pubblici si rivolgono però 7 coppie su 10 perchè sono giudicati affidabili. Scoraggiano
pero’ i tempi di attesa, che superano i 6 mesi nel pubblico, mentre nel privato sono inferiori a 4 mesi. Il 20% delle coppie lamenta costi troppo elevati e il 35% la scarsa professionalità
del medico, che vorrebbe preparato anche dal punto di vista psicologico.