E’ morta questa mattina all’ospedale Cardarelli di Napoli Rita Borrelli, la 58enne napoletana che
aveva denunciato nello scorso mese di luglio di aver subito un trapianto di fegato canceroso nel centro specializzato del Policlinico di Modena. Lei e i suoi familiari avevano rivolto pesanti accuse ai sanitari che avevano dichiarato infondati i rilievi, evidenziando che sarebbe stato lo stesso organismo della donna a sviluppare il tumore.


Rita Borrelli, secondo quanto comunicato dal direttore sanitario del Cardarelli, Giuseppe Matarazzo, è morta questa mattina alle 7 a causa di problemi determinati da insufficienza epatica e renale provocati dall’evoluzione del cancro. ”Si è
trattato – spiega Matarazzo – dell’epilogo purtroppo prevedibile dello sviluppo del cancro dopo l’operazione subita dalla signora Borrelli a fine dicembre”. La 58enne napoletana all’inizio di luglio aveva parlato di ”una cattiveria che mi hanno fatto: ho deciso di denunciare quello che mi è accaduto perchè non voglio che ad altri accada
la stessa cosa”. Secondo quanto riferito dai familiari della donna a loro sarebbe stato comunicato solo successivamente all’intervento (eseguito per l’aggravarsi della cirrosi epatica
di cui soffriva la donna) che il fegato del donatore – un 55enne della provincia di Caserta deceduto in un incidente stradale – era pieno di cellule tumorali ma i medici si sarebbero accorti, a loro dire, di questa situazione già durante l’operazione. Le
condizioni della donna non sono mai migliorate. Sulla vicenda la Procura della Repubblica di Modena ha avviato un’indagine dopo la presentazione di una denuncia-querela da parte della famiglia ma i sanitari modenesi, a cominciare dal professor Antonio Pinna, che condusse
l’intervento, hanno sempre respinto le accuse sottolineando che il fegato del donatore era stato considerato idoneo al momento in cui era stato eseguito il prelievo e solo successivamente i
medici che avevano prelevato il rene – dove si sarebbero manifestati alcuni linfonodi – aveva lanciato l’allarme. Ma ormai era troppo tardi: di qui la decisione di impiantare lo stesso l’organo trattandolo con farmaci adeguati. Un’indagine
interna del Policlinico di Modena ha assolto i medici e inoltre i test molecolari sui prelievi di tessuto tumorale della donna – secondo la versione fornita dal Policlinico – avrebbero messo in luce che i cromosomi delle cellule neoplastiche sarebbero
femminile, non compatibili con un organo di presenza maschile: sarebbe stato dunque l’organismo di Rita Borrelli, dicono a Modena, a sviluppare il tumore.