Centinaia di persone in ordinato e commosso silenzio hanno salutato oggi, per l’ultima volta, l’attore e cantante Giorgio Gaber, scomparso nelle prime ore del nuovo anno per un male incurabile.


Alla camera ardente allestita questa mattina nel foyer del Piccolo Teatro in via Rovello a Milano, culla della drammaturgia milanese, personalità dello spettacolo, ma soprattutto tanti milanesi, d’adozione e non.

All’esterno del teatro una decina di locandine rievocano i passi artistici dell’artista milanese, morto all’età di 63 anni dopo una carriera che lo ha visto interprete ironico e amaro di 40 anni di storia italiana.

Il feretro di Giorgio Gaber è giunto poco dopo le 14.30 all’ Abbazia di Chiaravalle, accolto da
una folla di migliaia di persone. Mentre in chiesa -dove si trovano oltre al presidente
Berlusconi, Gianni Morandi, Bruno Lauzi e
Memo Remigi- non ci stava più nessuno, all’esterno migliaia di persone hanno salutato il passaggio del feretro con un lungo, interminabile applauso.

Giorgio Gaber ha salutato idealmente il suo pubblico chiudendo lui stesso i suoi funerali, con una canzone. Sotto la volta dell’abbazia di Chiaravalle è stata infatti la sua voce a risuonare a conclusione della funzione
religiosa: ”non insegnate ai bambini, non insegnate la vostra morale, è così stanca e malata, potrebbe far male” recita il testo. Quindi, il ritornello: ”girogirotondo, cambia il
mondo…”.
Così si è conclusa a Chiaravalle la cerimonia funebre in onore del cantante. E un lungo, lunghissimo, commosso applauso
si è levato: molti in lacrime, alcuni pugni chiusi alzati, alcuni segni della croce.
La salma di Giorgio Gaber è stata tumulata al Cimitero Monumentale di Milano.

Il suo ultimo Lp, uscito nel 2001 a distanza di oltre 20 anni dal suo ultimo disco di canzoni, ha un titolo che ha fatto riflettere chi ha seguito il percorso artistico e intellettuale dell’artista: “La mia generazione ha perso”.

Di recente la casa editrice Einaudi ha pubblicato un cofanetto “Giorgio Gaber – Parole e canzoni”, con testo e video, che ne ripercorre l'”antologia personale”.
Postumo, a fine gennaio, uscirà un nuovo disco, dal titolo “Io non mi sento italiano”.