La polizia sta compiendo in queste ore una trentina di perquisizioni in varie regioni italiane nell’ambito di un’inchiesta della procura di Venezia contro il fenomeno della diffusione via Internet della pornografia minorile.


Tra gli indagati vi sono insegnanti di scuola elementare, animatori impegnati in attività a diretto contatto con ambienti giovanili e vicini a strutture ecclesiastiche, persone già coinvolte e condannate per violenze sessuali nei confronti di minori.

La polizia delle telecomunicazioni del Veneto ha svolto intercettazioni di flussi di comunicazioni telematiche combinate con “attività tecniche sotto copertura” nella rete Internet e successivamente ha analizzato ed elaborato, in circa un anno di indagine, tre milioni di indirizzi telematici di persone che hanno avuto accesso a comunità virtuali riservate di natura pedopornografica.

Il punto finale dell’inchiesta nel corso della quale sono stati oscurati 11 siti illeciti, compiuto un arresto in flagranza di reato e due in esecuzione di misure cautelari, oltre a 130 perquisizioni in quasi tutte le regioni italiane: Veneto, Piemonte, Trentino, Lazio, Toscana, Sardegna, Emilia Romagna, Calabria, Puglia e Sicilia.