Secondo i dati diffusi dalla Federazione dei dirigenti ospedalieri internisti, in assise nazionale a Bologna, noi emiliani soffriamo in misura maggiore del resto degli italiani di malattie come i tumori, il mal di testa, l’ulcera, le allergie, l’ipertensione, le malattie di cuore, l’artrosi e l’artrite, le emorroidi, nonché le varici degli arti inferiori. Una patologia, quest’ultima, nella quale svettiamo al primo posto.


Come accade in tutti i Paesi industrializzati, l’enorme benessere, la ricchezza dei cibi e il troppo mangiare, uniti alla sedentarietà, allo stress e a certe abitudini di vita come il fumo, provocano l’insorgenza di molte malattie. Prime fra tutte, quelle cardiovascolari. Insomma, ci ammaliamo perché stiamo economicamente troppo bene.

Alle patologie correlate a uno stile di vita troppo ‘godereccio’ è stato dedicato uno studio durato cinque anni e condotto da un gruppo di medici di Cesena: il risultato è che dopo gli incidenti stradali, che causano morti evitabili, vengono le malattie cardiovascolari.

Si potrebbe prevenirle con uno stile di vita e di alimentazione più sobrio di quanto non sia quello emiliano. Meno grassi, meno dolci, meno sigarette; e più movimento, una vita più igienica, più attenta ai bisogni reali del nostro organismo.