Situazione sempre più drammatica per le campagna attorno al Po colpite da una siccità senza precedenti. E’ quanto sostiene la Coldiretti dell’Emilia-Romagna in un comunicato in cui ricorda che ”a farne le spese è prima
di tutto l’agricoltura per cui la mancanza d’ acqua riduce le produzioni e aumenta i costi che le imprese devono sostenere per irrigare e rifornirsi di materia prima”.


La Coldiretti ricorda di aver già chiesto lo stato di
calamità a Piacenza e Reggio Emilia. Proprio in quest’ultima provincia sembra esserci la situazione piu’ difficile: ”Il Po – sostiene la Coldiretti – e’ quattro metri al di sotto del suo livello standard e continua a scendere al ritmo di dieci centimetri al giorno. Mancano 40 centimetri perche’ le pompe dei consorzi di bonifica non siano piu’ in grado di rifornire i campi di acqua irrigua”.

Secondo la Coldiretti gia’ adesso l’ impianto di Boretto (che serve 140 mila ettari di terreno) pompa 20 metri cubi al secondo contro i 45-50 di una stagione normale. Ai costi per l’irrigazione, ricorda l’organizzazione dei coltivatori, si
aggiungono quelli che le aziende dovranno sostenere per far fronte al calo di produzioni di foraggi e mais, fondamentali nell’alimentazione del bestiame. Secondo la Coldiretti, in forte sofferenza anche gli impianti di Piacenza, Parma e Modena,
dove la siccita’ e il caldo stanno creando difficolta’ per gli allevamenti che denunciano anche una riduzione della produzione di latte. La campagna del grano e’ compromessa: anche se la
qualita’ e’ stata ottima, le rese si sono attestate al di sotto del 25% di un’annata normale.

La mancanza d’ acqua, rileva la Coldiretti, fara’ calare anche le produzione di pomodoro, la cui maturazione a causa del grande caldo è in anticipo nelle zone occidentali dell’Emilia di una decina di giorni. A rischio mais e barbietole che si
trovano in carenza d’acqua in un momento critico del loro sviluppo vegetativo. Le cose non vanno meglio nelle zone della Romagna, alla cui irrigazione da’ un contributo fondamentale il
Canale Emiliano Romagnolo che deriva acqua dal Po. La produzione di cereali e’ diminuita del 30%. Un calo della stessa portata ci si attende per la frutta, colpita anche dal maltempo
primaverile. Forte preoccupazione in particolare per la produzione di kiwi, coltivato soprattutto nelle vallate collinari, dove dal 2 luglio e’ stato emanato il divieto di attingere acqua dai fiumi, con un anticipo di una ventina di giorni rispetto agli anni piu’ siccitosi del passato.