Oggi il rischio black out è stato scongiurato, ma l’estate 2003 prosegue sotto il segno dell’emergenza elettrica: anche domani infatti si replica, con l’allarme ed il Gestore della rete ha già preallertato le imprese elettriche sulla possibilità di dover ricorrere al primo livello del piano di emergenza. Quello cioè che riguarda
circa il 5% della domanda a rotazione, già sperimentato il 26 giugno scorso quando 6 milioni di italiani si sono ritrovati a fare le spese con il primo razionamento di elettricità dal dopoguerra, tra ascensori bloccati e semafori in tilt.

Oggi il sistema, ancora una volta, ha lavorato sul filo di lana, al limite del collasso di una situazione strutturalmente in crisi che vede l’offerta tenere a stento il passo di una domanda acuita dai picchi di consumo per il massiccio ricorso ai condizionatori e refrigeratori, necessari per far fronte all’interminabile ondata di afa.

Il complesso incrocio tra i flussi di energia prodotti dal paese o importati e quelli richiesti ha comunque reso necessari degli interventi: il Grtn è dovuto cioè ricorrere ai distacchi dei clienti industriali
interrompibili. Una misura che, associata alla maggior disponibilità dalla Francia che ha messo a disposizione 300 mw in più, e ad un miglioramento di capacità di alcuni impianti critici, ha permesso all’Italia di arrivare alle 18, ultimo momento a rischio delle fasce giornaliere sul fronte elettrico, senza essere costretti a staccare la luce alle
famiglie.

Ma domani si ricomincia. Con il rischio di replicare l’emergenza di fine giugno. La situazione resta infatti critica, informa lo stesso gestore in una nota ricordando che ”caldo
record, ridotta capacità delle centrali in produzione, avarie e guasti agli impianti” sono ”i fattori critici alla base dei rischi della giornata odierna e, in previsione, lo sono per quella di domani, determinando la situazione di emergenza del
sistema elettrico”.