In Europa un bambino su 22 ha problemi di udito, uno su mille ha una sordità profonda alla nascita e si stima che siano almeno un milione i bambini sordi o con gravi problemi di comunicazione.

Sono alcune delle cifre con le quali l’Unione Europea intende sollevare l’attenzione su un problema finora sottovalutato, in occasione della giornata mondiale della sordità di oggi.
Secondo un recente studio britannico, sono almeno 22,5 milioni (pari al 6% della popolazione complessiva) gli europei che hanno problemi all’udito. Di questi quasi la metà (10 milioni) avrebbero bisogno di apparecchio acustico. Per 600.000 il deficit esiste fin dalla nascita e almeno 3 milioni sono profondamente sordi.

La volontà dell’Europa di considerare la sordità una delle priorità e l’allarme lanciato nei giorni scorsi dal commissario Ue per la ricerca, Philippe Busquin, partono dalla considerazione che a chiedere aiuto per affrontare la sordità non sono nemmeno la metà di coloro che ne soffrono: appena 9 milioni su 22,5 milioni. E usano un apparecchio acustico solo 5 milioni dei dieci milioni che ne avrebbero bisogno.

Una situazione che impone un notevole sforzo economico in termini di sanità, considerando che il costo stimato di un anno di cure e assistenza per i non udenti è complessivamente di 78 miliardi di euro, pari a 3.500 euro a paziente.
Nei bambini la sordità viene diagnosticata in media all’età di tre anni. Le cause del deficit uditivo sono al 50% genetiche e al 50% provocate da infezioni dell’orecchio, come l’otite (la maggiore causa di perdita temporanea dell’udito, soprattutto nei bambini).