L’economia dell’Emilia-Romagna dovrà attendere il 2004 per l’avvio di un’inversione di tendenza dell’attuale ciclo economico i cui numeri sono, se non da recessione, almeno da stagnazione. E’ quanto emerge dai dati del secondo trimestre resi noti oggi da Confindustria regionale.

”I dati, che oggi commentiamo, fotografano probabilmente il momento peggiore dell’anno per l’economia regionale – ha detto il direttore di Confindustria Emilia-Romagna Mario Agnoli – lo avevamo anticipato nella conferenza stampa di giugno e oggi i numeri lo confermano”.

La speranza, ha aggiunto Agnoli, è di poter realizzare un risultato positivo nell’ultimo trimestre dell’anno, cosi’ da poter entrare nel 2004 con una maggiore spinta propulsiva. ”Il trend particolarmente contratto della produzione industriale (-2,4%), e l’andamento riflessivo della domanda interna ed estera – si legge ancora nel rapporto di Confindustria – ci spingono a prevedere che per il 2003 la crescita dell’economia regionale sarà in linea con quella nazionale, certamente su livelli molto bassi, indicativamente intorno allo 0,5%”.

Le maggiori difficoltà di questo quadro macroeconomico lo avvertono soprattutto le piccole e medie imprese, la spina dorsale dell’economia emiliano-romagnola. Sono proprio loro, infatti, a pagare il continuo allungamento dei tempi della ripresa e l’incertezza sui mercati. Come spiega Confindustria, le tensioni sui fatturati e sui margini riguardano soprattutto le imprese fino a 50 dipendenti perchè meno capaci di reggere pressioni così forti e durature.