”Noi crediamo di essere i soggetti
della nostra vita, e dimentichiamo di essere eventi all’interno
della natura, che non si cura dei nostri progetti, delle nostre
aspirazioni”. Lo ha detto il filosofo Umberto Galimberti, alle
4000 persone che nella mattina lo hanno ascoltato in piazza
Grande a Modena, per la seconda giornata del ‘Festival
filosofia’.


Arrivati da tutta Italia, gli ascoltatori della lezione hanno
gremito la piazza, a fianco del Duomo e della Ghirlandina, per
seguire l’intervento di Galimberti, dedicato a ‘La doppia vita:
la giusta misura e il desiderio infinito’. Perseguire la giusta
misura, ha detto il filosofo, significa avere la consapevolezza
del limite che e’ dato dall’intervallo fra la nascita e la
morte. ”Coltivare desideri infiniti e una ricerca di senso
significa esporsi alla sofferenza e al dolore”, ha aggiunto.
Grandi applausi per la lezione del filosofo che, rispondendo
alle numerose domande del pubblico, ha rimarcato la necessita’
di ”fare filosofia, pensare con le proprie teste”: secondo
Galimberti, ”e’ urgente che il pensiero sia diffuso, bisogna
leggere, istruirsi. Se la democrazia cede per incompetenza,
vince la retorica, l’arte della persuasione”.

La giornata del Festival ha visto l’intervento a Carpi del
celebre teologo Jurgen Moltmann: ”Vivere eternamente significa
possedere o gustare in modo illimitato, totale, simultaneo e
perfetto la vita, quella vita che giunge fino alla Divinita”,
ha sottolineato nella sua lezione. Sempre a Carpi, nel
pomeriggio, lezione di Agnes Heller, filosofa ungherese, allieva
di Lukacks, su ‘Biopolitica e liberta”: nella sua conferenza,
la docente ha richiamato i vari modi con cui, nel tempo, i
politici e gli Stati hanno cercato di influenzare nello sviluppo
la vita biografica, per esempio con interventi demografici, o
cercando di regolare paternalisticamente le esigenze delle
persone (”Quella che si chiama ‘dittature sui bisogni”, ha
spiegato). ”Spesso i biopolitici si lasciano andare al
fanatismo”, ha aggiunto Agnes Heller, incontrando i
giornalisti. Al centro dell’attenzione anche Giulio Giorello,
Michel Maffesoli, Salvatore Veca. E domani il finale del
Festival con un’attenzione ai temi teologici, soprattutto negli
incontri di Sassuolo, con Enzo Bianchi, priore della Comunita’
monastica di Bose, e un dibattito fra Remo Bodei e il teologo
Bruno Forte. A Modena, c’Š attesa per la lezione di Slavoj Zizek
su ‘La realta’ del virtuale’, domattina in piazza Grande.