Uno studente su quattro in Italia non arriva al diploma di scuola media superiore. Conquista infatti il ”pezzo di carta” il 72-73% dei ragazzi 18-19enni.

Sono alcuni dei dati relativi alla dispersione scolastica resi noti oggi dal ministero dell’Istruzione, in occasione della riunione interministeriale sul disagio giovanile e dispersione scolastica svoltasi a San Patrignano.

Per tutta la durata della scuola dell’obbligo i tassi di
dispersione scolastica sono in Italia quasi irrilevanti: nelle scuole elementari il tasso di scolarizzazione sfiora il 100%, con una dispersione scolastica dello 0,08%. Alle medie la scolarizzazione si attesta al 99,23%, con un coefficiente di dispersione del 0,37%.

Dati – assicurano al ministero – in linea con la media europea. E’ con il passaggio alle superiori che la situazione peggiora.
Nel quinquennio
delle scuole superiori i ragazzi che abbandonano gli studi strada facendo sono 240 mila, poco più di 50 mila l’anno, considerando anche gli alunni che abbandonano durante la scuola dell’obbligo. La dispersione scolastica raggiunge picchi superiori alla media negli istituti tecnici professionali e
artistici, ma anche in alcune aree del paese come il Sud della penisola (soprattutto in Calabria) e in alcune periferie urbane.

Per quanto riguarda la disaffezione scolastica alle
superiori, il confronto con gli altri Paesi europei penalizza l’Italia, che mostra performance peggiori rispetto, ad esempio, a Francia e Gran Bretagna (con uno scarto che va dai 6 ai 10 punti). Peggio di noi stanno Portogallo e Grecia.

L’obiettivo dell’Europa, sancito nel patto di Lisbona, è di avere entro il 2010 una dispersione scolastica non superiore al 10%. Un obiettivo che l’Italia si propone di raggiungere attraverso l’attuazione della riforma della scuola e con alcuni correttivi previsti da protocolli d’intesa siglati con le Regioni.