L’entrata in vigore dal primo gennaio 2004 del nuovo sistema di etichettatura e marchiatura delle uova, dal pollaio alla tavola, con l’obbligo di indicare la provenienza, rappresenta un importante passo in avanti per rispondere alla domanda di trasparenza di imprese e consumatori.

E’ quanto afferma la Coldiretti in relazione all’approvazione da parte del Consiglio dei ministri dell’agricoltura dell’Ue delle nuove regole per rafforzare il sistema di etichettatura e di rintracciabilità delle uova in Europa. Il provvedimento – precisa la Coldiretti – prevede che nell’etichettatura e marchiatura delle uova sia indicato un codice con il numero distintivo del produttore, il metodo di allevamento e lo stabilimento di lavorazione.

Nel 2002 – riferisce la Coldiretti – secondo l’Una (Unione Nazionale Avicoltori) sono state prodotte in Italia 12 miliardi e 797 milioni di uova contro i 12 miliardi e 901 milioni del 2001 (-0,8%) e, considerati gli scambi commerciali, il consumo totale di uova è risultato pari a 12 miliardi e 912 milioni di uova contro i 13 miliardi e 55 milioni del 2001 (-1,1%), con un consumo medio per abitante di 223 uova (2 in meno rispetto al 2001). Dopo l’etichettatura di origine della carne bovina per far fronte alla crisi mucca pazza, gli obblighi di legge sull’esposizione al pubblico di cartelli con origine, varietà e categoria della frutta e verdura commercializzate e l’impegno assunto con Decreto ad indicare nelle etichette del latte commercializzato il luogo di provenienza degli allevamenti di origine del latte impiegato, arriva dunque anche l’obbligo di etichettatura dal campo alla tavola per le uova. Un processo di trasparenza fortemente sostenuto dalla Coldiretti che ha avviato una campagna per l'”Indicazione obbligatoria nell’etichettatura dell’origine dei prodotti alimentari”.