Se l’ex moglie, giovane e capace di lavorare, non si dà da fare per trovare un lavoro, è giusto che l’assegno di mantenimento venga ridotto. E’ questo il succo di una decisione della Cassazione, che con la sentenza 18920 della I sezione civile ha stabilito che è legittima la decisione della Corte d’Appello di Bologna.

Il tribunale emiliano aveva infatti ridotto da 750 a 500 euro al mese l’assegno mensile di mantenimento che un marito separato doveva pagare alla consorte.

La corte d’appello bolognese aveva deciso che alla donna spettassero meno soldi perché, sebbene avesse 39 anni e fosse separata dal marito da ben undici non aveva ancora trovato un lavoro. I giudici hanno tenuto anche conto che la donna vive a Parma, dove, secondo loro, le possibilità di trovate un’occupazione sono buone. La conclusione in merito è stata che l’ex moglie non si era ‘data sufficientemente da fare per trovare lavoro’.

La donna ha presentato controricorso, chiedendo il rirpistino dell’assegno iniziale, ma la Corte di Cassazione ha concordato con la corte d’Appello di Bologna, mentre il marito aveva presentato ricorso perché fosse annullato totalmente l’assegno mensile. I giudici hanno risposto picche anche a lui, sottolineando che solo quando il matrimonio sarà sciolto da un divorzio potrà versare ancora meno soldi alla moglie.