Secondo i dati ufficiali Istat più recenti, quelli del 2002, che comprendono i rilievi di tutte le forze di polizia, la situazione dell’incidentalità nella regione fa segnare ancora percentuali elevate. “A questo punto c’è da sperare solo nella patente a punti, con riflessi positivi sul 2003”, commenta in una dichiarazione Giordano Biserni, presidente nazionale dell’Asaps, l’associazione sostenitori della Polizia stradale.

In Emilia-Romagna nel 2002 – afferma l’Asaps – si sono contati 25.797 incidenti, appena 48 in meno, un calo irrilevante dello 0,2%. I feriti sono passati da 36.162 del 2001 a 35.992 nel 2002, -170 (-0,5%). Diversa e più preoccupante la situazione della mortalità che registra 809 decessi nel 2002, 17 in più rispetto al 2001, + 1,2%, un dato che colloca la regione al secondo posto a livello nazionale, col 12% della mortalità, preceduta solo dalla Lombardia. Ogni mese sono quasi 2.150 gli incidenti, 3.000 feriti e oltre 67 morti in regione. Ogni giorno in Emilia-Romagna si contano 70 incidenti con conseguenze alle persone. Sono, infatti, quotidianamente quasi 100 i feriti e oltre 2 i morti. Mesi tragici per la regione – prosegue lo studio dell’Asaps – sono giugno e luglio, con 90 morti e oltre 3.000 feriti ognuno. Seguono dicembre, con 74 morti e 3.120 feriti, e agosto, con 70 morti e 2.919 feriti. Meglio, si fa per dire, gennaio con 55 morti e 2.854 feriti e novembre con 57 e 2.973.

Il non esaltante quadro complessivo della sinistrosità regionale – prosegue Biserni – “fa emergere una costante pericolosità della rete stradale per la quale ci si augura che le opere in cantiere e in progetto possano contribuire oltre che a decongestionare un traffico sia urbano che autostradale ormai al limite della saturazione nelle ore diurne, a migliorare i tassi elevati di sinistrosità che caratterizzano da molti anni la rete regionale. Rimane peculiare il comportamento alla guida che evidenzia la necessità di un sistema di controlli più efficace, più coordinato ed esteso nell’arco delle 24 ore, con l’ausilio di adeguate e moderne strumentazioni specialistiche. L’adozione della patente a punti nel 2003 – conclude l’Asaps – sembra essere l’unico aspetto su cui poggiare qualche auspicio di miglioramento di una situazione che non è azzardato definire ancora veramente allarmante”.