Danno la caccia alle proteine killer che scatenano tumori aggressivi, ma poco diffusi e poco
interessanti per le grandi aziende farmaceutiche, e poi progettano nuovi farmaci capaci di neutralizzarle. Sono i 25 esperti del primo istituto virtuale al mondo specializzato in questo campo. Lavorano da quattro città diverse, tra Italia e
Svizzera, incontrandosi su Internet.


L’istituto, finanziato dall’Associazione Italiana per la
Ricerca sul Cancro (AIRC), si chiama Oncogenic Fusion Protein Targeting Group e lo coordina Carlo Gambacorti, direttore dell’Unità operativa geni e proteine dell’Istituto tumori di Milano e uno dei protagonisti della ricerca sul primo farmaco
intelligente contro la leucemia mieloide cronica, l’imatinib.

Oltre a un gruppo dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, ne fanno parte l’università di Padova (con Enzo Pinna e Giuseppe
Zanotti), quella di Venezia (Alfonso Zambon) e il Politecnico di Zurigo (Leonardo Scapozza).

Tutto è cominciato come una semplice collaborazione, tre anni fa, e il lavoro on-line condotto finora ha già dato i primi frutti. Si stanno studiando i punti deboli di due nuove
proteine bersaglio: si chiamano ALK e RET, scatenano due forme di tumore poco diffuse ma molto aggressive. ALK è responsabile di un linfoma non-Hodgkin e RET di un tumore della tiroide.