L’attesa schiarita sui mercati internazionali per l’industria italiana della piastrella non è ancora all’orizzonte. Almeno fino a che perdurerà il caro-euro. Il comparto per il momento stringe i denti e cerca di non perdere, laddove è possibile, quote di mercato ma sono in molti ormai a ritenere che la situazione sta diventando, giorno dopo giorno, sempre più insostenibile.

A lanciare l’allarme è il vicepresidente di Assopiastrelle, ingegner Enzo Mularoni, che esprime le preoccupazioni sul cambio di un comparto che esporta il 70% della propria produzione. “Questo corso dell’euro sta mettendo fuori mercato le nostre aziende – spiega Mularoni – e il rischio è che tra poco ci potrebbero essere serie ripercussioni sull’occupazione visto che le aziende non potranno sopportare ancora a lungo le sostanziose perdite di ricavi finora registrate”.

“La rivalutazione dell’euro rappresenta dunque l’emergenza numero uno – aggiunge Mularoni – e da parte nostra appoggeremo ogni iniziativa volta a ridurre i tassi di interesse nell’area euro. L’euro forte sta favorendo i produttori dei Paesi dell’area del dollaro e soprattutto quegli stati orientali che mantengono i loro cambi vincolati al biglietto verde, garantendo alle loro valute una innegabile debolezza che rende competitive le loro merci. Non escludo che a lungo andare un corso dell’euro così sostenuto possa essere causa dell’impoverimento industriale europeo”.