Al Centro di permanenza temporanea
(Cpt) di Modena è rientrata la protesta dei 18 immigrati che
avevano cominciato ieri una sorta di sciopero della fame,
rifiutando i pasti serviti dalla struttura per preferire
merendine e ‘snack’ dei distributori automatici.
La protesta era per la qualità dei pasti al Cpt, a loro dire
scadente, e per la carenza di possibilità ricreative (alcuni
avevano anche chiesto una scacchiera). Dopo le assicurazioni
ricevute dalle autorità di gestione del centro, la protesta è
rientrata.
Nel frattempo, oggi ha fatto visita al Cpt modenese Katia
Zanotti, parlamentare Ds, che ha segnalato come la situazione
resti “piuttosto tesa” all’ interno del centro. Secondo
Zanotti, nel Cpt si vive “eternamente in uno stato di
tensione”. Gli immigrati “si sentono tagliati fuori dal
mondo, hanno problemi di comunicazione con l’ esterno, perdono
anche la cognizione del tempo”. In particolare, secondo la
parlamentare diessina, “é carente l’aspetto della tutela
legale degli ospiti. Vedono un legale solo al loro ingresso e
poi diventano un atto amministrativo automatico” e, terminati i
60 giorni di permanenza al Cpt, “cadono nuovamente nella
clandestinità”.