Gli italiani e la spesa: una
questione di sicurezza e di tradizione. Due su tre al momento di
riempire il carrello prestano più attenzione all’etichetta
degli alimenti piuttosto che alla marca (66%) e nel 58% dei casi
vorrebbero avere più informazioni su provenienza e sicurezza
dei cibi perché ritengono nella grande maggioranza (67%) che
questa dipenda dalla conoscenza e certificazione del prodotto
dalla sua origine al confezionamento lungo tutta la catena
alimentare.

Quasi la metà degli italiani chiede inoltre più
made in Italy doc tra gli scaffali dei supermercati e solo una
minima parte, rispettivamente il 5 e il 4 per cento richiede
prodotti di altri Paesi o preconfezionati. E per garantire la
trasparenza parte il numero verde Coldiretti-Adiconsum contro le
illegalità.

Questi alcuni dei dati contenuti nel rapporto realizzato dalla
Coldiretti analizzando i risultati del sondaggio Swg-Cibus in
occasione della manifestazione ‘Campagna Amica nel segno del
territorio’ organizzata in tutta Italia e che ha il suo cuore a
Roma, nella centrale piazza di Campo dé Fiori dove è stata
allestita la speciale ‘Cittadella delle identita’ alimentari del
territoriò. “Una iniziativa – ha affermato il presidente della
Coldiretti Paolo Bedoni nel presidio di Campo dé Fiori – per
dimostrare che l’alimentare made in Italy può offrire nuove e
importanti opportunità di sviluppo all’agricoltura,
all’industria, all’ artigianato e al turismo del Paese se
rafforza il proprio legame con il territorio e rende trasparente
in etichetta la propria origine ai consumatori”.


In particolare, prodotti tipici, tradizionali e a marchio di
origine, rileva la Coldiretti, per quasi la metà degli italiani
(il 47%) sono quelli per i quali si vorrebbe avere nei
supermercati una più ampia varietà di scelta mentre solo il 5%
dei consumatori chiede una più ampia gamma di prodotti di altri
Paesi e il 4% piatti preconfezionati. Dati che dimostrano,
riferisce la Coldiretti, “un ritorno dei consumatori alle
origini contro l’omologazione dei cibi e la delocalizzazione
delle produzioni”. Orientamento, secondo l’organizzazione “che
deve essere sostenuto facendo conoscere attraverso l’etichetta
il territorio di provenienza del prodotto agricolo”.


Una domanda di trasparenza che la Coldiretti intende garantire
con l’attivazione insieme all’Adiconsum del numero verde ‘Manca
l’etichettà al quale segnalare il mancato rispetto delle
normative di legge sull’etichettatura, delle condizioni
igieniche nei locali di vendita e la violazione delle norme
relative alla sicurezza alimentare. Attualmente etichette
obbligatorie di origine sono da tempo in vigore per frutta e
verdura fresca, per la carne bovina e per le uova. Manca ancora,
rileva la Coldiretti per pollame, carne di coniglio, di pecora e
suina, per la frutta e gli ortaggi trasformati, per il latte, l’
olio e per molti altri prodotti.
Situazione che potrebbe presto cambiare, ha concluso la
Coldiretti, grazie alla proposta di legge di iniziativa popolare
per ‘l’indicazione obbligatoria dell’origine dei prodotti
alimentarì all’esame del Parlamento promossa dalla Coldiretti e
sostenuta da un milione di firme per consentire ai consumatori
di effettuare acquisti consapevoli sulla base delle indicazioni
presenti nelle confezioni alimentari.