Sarebbero responsabili di numerosi
furti di vini, liquori e alcolici pregiati, messi a segno in
ristoranti e locali della provincia di Modena, i quattro uomini
tratti in arresto dai Carabinieri del Comando provinciale di
Modena. Si tratta di G.C., 50 anni, casertano residente a
Modena, P G.B., 45, ferrarese, pure abitante a Modena, C.C., 58,
di Modena, E.R., 48, nato a Latina e residente a Modena.

I quattro arrestati sono accusati di associazione per
delinquere finalizzata alla commissione di furti di vini e
liquori pregiati: secondo i Carabinieri, i quattro riuscivano a
entrare nottetempo nei magazzini dei ristoranti, per rubare
ingenti quantità di champagne, vini e liquori, che poi
rivendevano sotto costo ai gestori di altri locali delle
province di Modena e di Bologna.
Otto titolari di esercizi commerciali infatti sono già stati
indagati per ricettazione, ma il loro numero potrebbe aumentare.
L’indagine dei Carabinieri (che ha portato al recupero di merce
rubate per alcune decine di migliaia di euro) è iniziata già
nel maggio 2003, a seguito di una prima serie di furti, tutti
compiuti con le stesse modalità. I militari dell’Arma hanno
perciò iniziato a raccogliere indizi su alcuni sospetti. Una
prima parte della refurtiva, vini e liquori rubati in ristoranti
modenesi di pregio, è stata ritrovata nei mesi scorsi in un pub
di Modena e in un ristorante di Savigno, nel Bolognese: tramite
le intercettazioni telefoniche (circa tremila le chiamate
monitorate), i Carabinieri riuscirono ad ascoltare i commenti
che i sospetti si scambiavano sugli articoli dei giornali che
davano notizia del ritrovamento della merce.
I furti si sono quindi ripetuti fino allo scorso gennaio:
dieci i colpi andati a segno, due quelli tentati. I Carabinieri
sono riusciti a raccogliere elementi probanti per far scattare
l’arresto dei quattro uomini: durante le perquisizioni, sono
stati rinvenuti anche attrezzi da scasso, oltre a potenti
ricetrasmittenti. I Carabinieri invitano coloro che abbiano
subito furti analoghi o ritengano di aver acquistato, in buona
fede, merce ‘sospetta’ a contattare la più vicina sede
dell’Arma.