Il rapporto tra deficit e Pil ha chiuso il 2003 al 2,4%. La certificazione arriva dall’Istat, che non manca comunque di segnalare come l’anno scorso sia tornata ad allargarsi la forbice tra indebitamento e fabbisogno.

Sale la pressione fiscale.
Il peso dei condoni la fa arrivare al 42,9% dal 42% del 2002. Il documento sui conti pubblici messo a punto dall’Istituto nazionale di statistica testimonia anche un rallentamento della spesa sanitaria di parte corrente, la cui crescita passa dal 10,6% del 2001 al 3,2% nel 2003.
L’incidenza sul Pil resta però invariata rispetto al 2002 al 6,3% e il disavanzo corrente cresce a 5,417 miliardi di euro, dai 3,661 miliardi di un anno prima.
Tale andamento, secondo l’Istat, va imputato a una riduzione delle contribuzioni dello Stato (-1,3%) non sufficientemente compensata dall’aumento di quelle delle Regioni (+3,9%).

Insomma, “le risorse messe a disposizione della sanità risultano, anno dopo anno, inadeguate rispetto alle necessità di spesa effettivamente manifestatesi a consuntivo . Ciò – si avverte – contribuisce alla formazione di di un debito che sarà necessario coprire in futuro con trasferimenti in conto capitale”.