Clausole ambigue e riportate in caratteri minuscoli, contratti che sembrano scritti in un’altra lingua, agenti troppo insistenti e riscossione dei premi che si trasforma in un vero calvario. Questi i veri e propri incubi che attanagliano gli italiani ogni volta che si tratta di stipulare una polizza.
Il problema più sentito? E’ sicuramente quello della scarsa trasparenza dei contratti, come sostiene il 61% degli intervistati. E la sensazione di un italiano su tre (31%) è che “sembrano scritti in un’altra lingua”. Forti disagi provengono quindi anche dal rapporto con la compagnia assicuratrice con la quale si stipulano tali polizze e che spesso ritarda nei pagamenti (come sostiene il 59%). Le reazioni degli italiani? Si affidano ad un agente che conoscono da tempo (64%) e chiedono a gran voce la semplificazione dei contratti (63%).
E’ quanto emerge da un’indagine condotta dal mensile Assicurazioni, in edicola in questi giorni. L’indagine è stata realizzata attraverso 5 focus group che hanno coinvolto un totale di 150 italiani (55% uomini e 45% donne) tra i 25 e i 45 anni, che hanno in essere almeno una polizza assicurativa.
Assicurazioni? Per evitare sorprese meglio affidarsi solo a chi si conosce bene I maggiori timori? I fondi pensione, anche se le polizze auto sono una vera “bestia nera” Dormire tranquilli quando si parla di assicurazioni?
Quasi impossibile. Al massimo, secondo molti italiani, si può tentare di limitare i rischi. Per sei partecipanti ai focus group su dieci (64%), infatti, l’unico modo per stipulare con un minimo di tranquillità una polizza non si può far altro che “rivolgersi ad un amico” che lavora nell’ambiente. Fiducia nella persona che diventa addirittura più importante del risparmio: è infatti il 55% ad effettuare controlli incrociati nel tentativo di trovare l’assicurazione “più conveniente”.
Sono però in molti (41%) che dopo qualche tentativo alzano bandiera bianca, dichiarando di “scegliere a caso la compagnia, tanto sono tutte uguali”.
E in tema di scelta della compagnia cui affidare la propria tranquillità? Non mancano i fatalisti, che si affidano alla compagnia che fa sentire maggiormente la sua presenza, chiamando a casa e inviando documentazione (26%). Infine c’è chi, per limitare il rischio di trovarsi in mano una polizza che di tutele ne da ben poche, si affida solo ed esclusivamente a grandi compagnie, ai nomi più conosciuti, magari quelli che fanno più pubblicità in Tv (11%), confidando sul fatto che notorietà sia sinonimo di serietà.
Ma nel timore generalizzato di stipulare una polizza non adatta alle proprie esigenze, o troppo vincolante, quali sono i tipi di contratti che creano più dubbi e incertezze? Ben un intervistato su tre (35%) è addirittura terrorizzato dai fondi pensione. Di diversa natura la diffidenza per le polizze auto e moto segnalata dal 21% degli intervistati nei focus group, che dichiara di essere stanco delle clausole capestro e della poca trasparenza in questo settore. Il panico scoppia anche al momento di firmare le polizze sugli infortuni (18%) e sulla casa (14%): piene di cavilli, casi particolari, appigli grazie ai quali l’assicurazione puo’ rifiutarsi di pagare (di contro i premi per questi due settori sono in continua crescita).
Ma quali sono le esperienze concrete di chi ha stipulato una polizza e magari ha richiesto il pagamento per i danni subiti, come previsto dal contratto? Senza dubbio “i ritardi nei pagamenti” sono la cosa più frequente e sicuramente tra le più fastidiose (59%), insieme “all’aumento indiscriminato delle polizze” (41%) degli intervistati. Altra nota dolente i periti, giudicati spesso “poco preparati” (26%). Un grosso problema è la “carenza di informazioni” (19%) come se l’agenzia chiudesse la porta in faccia una volta firmati i documenti. Fanalino di coda, ma tema scottante, l’essersi accorti dopo la firma della presenza di “clausole incomprensibili che riducono il rimborso” (17%).