L’Italia resta tra i paesi più ‘tartassati’ del mondo, con un prelievo fiscale complessivo che nel 2003 è nuovamente salito al 43,4% contro il 42,6% del 2002. In trentotto anni il peso del fisco è aumentato di quasi 18 punti: nel 1965 infatti l’incidenza delle tasse sulla ricchezza era pari al 25,5%.

I dati aggiornati sono nell’ultimo ‘Revenue Statistics’ dell’Ocse che riporta l’andamento delle tasse nei principali paesi industrializzati nel periodo 1975-2003. Ancora una volta la palma dei più appesantiti dal fisco, secondo i dati preliminari forniti per il 2003, va agli scandinavi con la Svezia in ‘pole position’ con un prelievo superiore al 50% del Pil al 50,8%. Seconda la Danimarca con il 49% a cui seguono Belgio, 45,8%, Finlandia, 44,9%, Francia, 44,2%, Norvegia 43,9% e quindi l’Italia, al settimo posto con il 43,4%.

Tra i paesi dal fisco ‘leggero’ spiccano naturalmente gli Usa con il 25,4%, ma sorridono anche i contribuenti della Corea, 25,4%, della Turchia, 32,9%, della Gran Bretagna, 35,3, della Svizzera, 29,8 e della Nuova Zelanda, 34,8%. In fondo alla classifica con un fisco quasi a zero i messicani che vantano un prelievo del solo 19,5%.