Scade il 10 dicembre il termine per presentare domanda di condono edilizio ai Comuni, secondo le regole stabilite dalla nuova legge regionale. Per fare il punto della situazione e spiegare ad amministratori e tecnici le modalità di applicazione del provvedimento, la Provincia ha organizzato oggi un incontro nelle sede dell’ente.

Hanno partecipato Maurizio Maletti, assessore alla Programmazione della Provincia di Modena, Giancarlo Muzzarelli, presidente della Commissione territorio, ambiente e infrastrutture della Regione Emilia Romagna e Giovanni Santangelo, responsabile del servizio Affari giuridici del territorio della Regione che ha illustrato i contenuti della legge.

“La legge regionale – ha sottolineato Maletti – è la più restrittiva tra tutte quelle approvate dagli enti locali in materia di condono edilizio. In Emilia Romagna infatti non sarà possibile sanare nuovi edifici e nuove unità immobiliari, come permette invece la legge nazionale, ma solo ampliamenti di piccole dimensioni e secondo regole molto severe”.

La legge n.23 “Disposizioni in materia di vigilanza e controllo sull’attività edilizia” è stata approvata lo scorso 21 ottobre dal Consiglio regionale. Il provvedimento, tra l’altro, prevede la possibilità di ottenere il condono edilizio esclusivamente per ampliamenti o sopraelevazioni e comunque non oltre limiti massimi di cubatura a seconda delle diverse tipologie immobiliari: edifici per attività, commerciali, agricole, o residenziali, anche qui distinguendo tra appartamenti o ville o altri tipi di edificio.

“La situazione dell’abusivismo nella nostra regione – ha affermato Muzzarelli – non ha certo le caratteristiche di gravità di altre realtà del paese ma preoccupano i recenti episodi di Concordia e Modena, dove sono stati costruiti abusivamente nuovi interi edifici. Il nostro segnale è chiaro: per questo tipo di abusivismo è previsto l’abbattimento e non la sanatoria come ha stabilito il Governo”.

Nel corso dell’incontro i tecnici della Regione hanno risposto alle richieste di chiarimento da parte dei rappresentanti dei Comuni e degli ordini professionali, in particolare sull’applicazione della legge nelle aree protette o vincolate e negli edifici storici.