Nel 2004 il settore delle costruzioni dell’Emilia-Romagna farà registrare un leggero rallentamento: gli investimenti dovrebbero crescere a tassi più contenuti (dal 3,7% del 2003 al 1,7%) mentre analogamente si dovrebbe verificare una frenata del valore aggiunto prodotto dal settore (da 4,3% all’1,5%). Il dato emerge dall’indagine congiunturale sul settore edile della regione realizzato da Ance in collaborazione con l’Osservatorio immobiliare di Nomisma.


Questa performance più fredda non si rifletterà sull’ occupazione che, dopo l’aumento del 2003 (+13,6% occupati), dovrebbe crescere del 2,5% nel 2004. Alla fine del giugno di quest’anno le imprese iscritte al registro ditte erano 64.431,
cioè il 6,9% in più rispetto all’anno precedente. Negli ultimi otto anni il settore in regione ha registrato un picco del +73% (da 3.533 a 6.122 milioni di euro).
Quello regionale è un sistema che si è internazionalizzato, con una presenza rilevante di multinazionali che sono complessivamente 89 (17 americane, 12 tedesche, 9 francesi). Nel 2003 in regione sono arrivati 921,5 milioni di euro dall’estero, e verso l’estero se ne sono andati 737,9.

Anche se la dimensione delle imprese è tradizionalmente medio piccola, le aziende edili emiliano-romagnole sostengono attivamente gli investimenti pubblici: oltre il 60% delle risorse impegnate in project financing sono risorse private. Si investe molto in riqualificazione urbana, con l’85% delle risorse spese che arrivano da privati.

Il comparto delle opere pubbliche ha dato buoni risultati nel 2004, paragonabile a quelle dell’edilizia residenziale. Rispetto al primo semestre del 2003 le gare (1.083) sono aumentate del 30,7% del valore, anche se calate del 9,7% in numero.
Sul fronte dell’edilizia residenziale per il 2004 si prevede che, se i tassi di interesse rimarranno bassi, continuerà la crescita di ricorsi a mutui di famiglie e imprese per acquistare immobili. Il rapporto prevede un raffreddamento dei prezzi che hanno avuto, dal 1999 al 2004, una variazione nominale del 45% (70,5% a Bologna, 41,5 a Modena, 43,1 a Reggio Emilia, Ferrara 29,4, Forlì 42,4, Rimini 53,1, Piacenza 25,7, Parma 73,5, Ravenna 25,7). In ogni modo l’indebitamento complessivo delle famiglie è basso rispetto ad altre regioni (il rapporto tra mutui abitazioni e pil è fermo a 6,76 in regione, a 13 in Lombardia e 8,86 in Veneto) e questo metterà il sistema regionale in una condizione migliore per poter affrontare una eventuale ripresa dei tassi di interesse.

Sul fonte delle politiche abitative in campo ci sono 73 milioni di finanziamenti pubblici per costruire 1.804 alloggi a da affitto agevolato, mentre sono 40.100 le famiglie che hanno fatto domanda nel 2004 per ricevere il buono per l’affitto: erano state 39.000 l’anno scorso, 20.400 nel 2000.
Un rapporto che evidenzia lati positivi ma anche ombre. Oltre al raffreddamento previsto per quest’anno, Giovanni Bentini, presidente regionale di Ance, ha invitato a considerare che se ”il mercato residenziale continuerà a tirare stabilmente, con minori crescite di prezzi, quello non residenziale potrà subire una frenata ed andrà sostenuto”. Inoltre dito puntato contro gli scarsi investimenti di finanza pubblica, l’abitudine a tassare l’edilizia, e contro ”l’invasione di aziende extraregionali nel mercato delle opere pubbliche, la cui concorrenza sleale – ha aggiunto Bentini – le nostre aziende difficilmente riescono a contrastare”.