“Contro i rischi per la salute determinati da emergenze sanitarie alimentari, come quelle che si sono verificate recentemente con i coloranti cancerogeni, i polli all’antibiotico, i maiali alla diossina e la mucca pazza, arrivano le nuove norme sulla rintracciabilità obbligatoria che consentono di individuare il punto esatto della filiera agroalimentare dove si è verificato un pericolo e, quindi, di eliminarlo rapidamente”.

Lo rende noto la Coldiretti nell’annunciare l’entrata in vigore del Regolamento comunitario N.178/2002 che, a partire dal 1° gennaio 2005, obbliga a rendere disponibili le informazioni sul processo costruttivo di un alimento. In caso di allarmi sanitari dovuti alla presenza di sostanze pericolose sarà possibile ritirare immediatamente un alimento dal mercato poiché ogni operatore – precisa la Coldiretti – deve essere in grado di indicare chi gli ha fornito gli alimenti, mangimi o in generale i prodotti di base utilizzati nel proprio processo produttivo e a chi ha ceduto i propri prodotti finali.

Dopo che l’emergenza mucca pazza (BSE) ha drammaticamente dimostrato che dalla qualità degli alimenti dipende in grande misura la salute dei cittadini, il regolamento – sostiene la Coldiretti – rappresenta un riferimento fondamentale per l’evoluzione della legislazione alimentare europea nel senso di una maggiore sicurezza per i cittadini in quanto introduce per la prima volta in maniera orizzontale, applicabile a tutta la produzione alimentare, lo strumento della rintracciabilità.

Il nuovo provvedimento diventa operativo dopo l’entrata in vigore il 18 aprile scorso dei Regolamenti CE 1829/2003 e 1830/2003 relativi all’obbligo di etichettatura e tracciabilità degli alimenti geneticamente modificati (OGM), e rappresenta – afferma la Coldiretti – un ulteriore passo in avanti dell’Unione Europea verso la sicurezza alimentare grazie alle norme comunitarie adottate per l’etichettatura di origine della carne bovina a partire dal primo maggio 2002 dopo l’emergenza mucca pazza, per l’indicazione della varietà, qualità e provenienza dell’ortofrutta fresca, il codice di identificazione delle uova a partire dallo scorso primo gennaio 2004 e dal primo agosto l’obbligo di etichettatura anche per il miele. Un percorso nel quale l’Italia si è posta all’avanguardia con l’approvazione della Legge 204/2004 che prevede l’obbligo di riportare l’origine dei prodotti agricoli contenuti in tutti gli alimenti.

Un’esigenza reale – continua la Coldiretti – come dimostra il fatto che, secondo l’ultimo rapporto Censis, a 8 italiani su 10 la manipolazione e la contaminazione degli alimenti fa più paura di epidemie, incidenti, povertà, perdita del lavoro e immigrati extracomunitari. Per rendere più agevole l’applicazione delle nuove norme il Ministero della Salute ha istituito un gruppo di lavoro per l’emanazione – ricorda la Coldiretti – delle Linee guida “ai fini della rintracciabilità degli alimenti e dei mangimi per fini di sanità pubblica ai sensi del Regolamento 178/2002” che saranno disponibili in gennaio. Per garantire il pronto intervento nel caso si manifesti un pericolo per la salute dei consumatori nelle linee guida – conclude la Coldiretti – sono previste indicazioni relative al ritiro e richiamo dei prodotti insieme a indicazioni relative agli obblighi degli operatori, alla documentazione e alla responsabilità in ordine all’applicazione della rintracciabilità.