Una giovane moldava, tenuta da tempo in condizioni di sfruttamento in un appartamento della periferia di Reggio Emilia, è stata liberata dalla polizia che ha sottoposto a fermo il suo presunto sfruttatore, Petro Yavorskyy, clandestino di 26 anni, nato in Ucraina. La misura cautelare nei confronti dell’uomo per sfruttamento aggravato della prostituzione è stata convalidata dal gip del tribunale di Reggio Emilia.

L’intervento della polizia è stato eseguito su segnalazione di don Cesare Lodeserto, presidente della Fondazione Regina Pacis di Lecce, che opera in Italia e Moldavia per il recupero di ragazze vittime di tratta e costrette a prostituirsi. Il sacerdote ha indicato alla questura un luogo in cui probabilmente una giovane dell’Est Europa viveva in condizioni di sfruttamento. Dopo gli opportuni accertamenti gli agenti hanno fatto irruzione nell’appartamento nel quale hanno trovato la moldava e l’ucraino, che ha esibito falsi documenti lituani.

Alla vista della polizia, la donna, risultata titolare di permesso di soggiorno, si è lasciata andare ad un pianto liberatorio raccontando i particolari della sua condizione e delle angherie che avrebbe subito. Gli agenti hanno sequestrato i telefoni cellulari con i quali presumibilmente l’ucraino gestiva l’attività della donna e l’automobile con cui l’accompagnava nei luoghi ove era costretta a prostituirsi.