Due lavoratori atipici su tre sono precari ‘cronici’, vale a dire che hanno sempre lavorato con contratti particolari. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto Eurispes che sarà presentato a fine mese e di cui l’Istituto diretto da Gian Maria Fara ha diffuso un’anticipazione.

Eurispes ha condotto un’indagine su un campione rappresentativo di 446 lavoratori atipici di età compresa tra i 18 e i 39 anni.

Ebbene, il 61,7% degli uomini e il 62,8% delle donne tra i lavoratori intervistati affermano di aver sempre lavorato con contratti atipici. Hanno sempre lavorato con contratti atipici non solo la maggior parte (il 57,3%) dei lavoratori più giovani (tra i 18 e i 25 anni), ma anche e soprattutto i lavoratori che hanno ormai raggiunto la piena maturità anagrafica. Il 66,9% di quanti hanno un’età compresa tra i 26 e i 32 anni ed il 67,8% di quanti hanno tra i 33 e i 39 anni, per i quali l’atipicità ha assunto un carattere permanente.

I dati relativi al titolo di studio rivelano, inoltre, come lo status di lavoratore atipico abbia sempre caratterizzato anche la maggior parte del segmento più qualificato dell’offerta di lavoro: il 55,9% degli intervistati in possesso di master o specializzazione post-laurea e l’83,2% dei laureati.

La stragrande maggioranza del campione (l’89,7%) è celibe o nubile ed estremamente contenuta è la genitorialità: appena il 6,5% ha uno (3,4%) o più figli (3,1%). Per la maggior parte degli intervistati, il lavoro flessibile non rappresenta, in definitiva, un’opportunità di primo inserimento lavorativo. Tra le varie forme contrattuali utilizzate, aggiunge l’Eurispes, viene privilegiato il contratto a progetto (28%), seguito dal contratto occasionale.