Durante le festività di Pasqua si stima che la carne di agnello sarà presente in una tavola su tre confermandosi tra i cibi preferiti degli italiani dopo le uova di cioccolato e le colombe. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che gli acquisti familiari di carne di agnello, pecora o capretto ammontano a circa 1,5 chili a testa all’anno e rappresentano appena il 3% della domanda complessiva di carne.

Durante l’anno si privilegia la carne bovina (42%), di polli e conigli (35%) e di maiale (20%), ma – sottolinea la Coldiretti – è proprio nel periodo pasquale che si concentrano gli acquisti di carne di agnello o capretto per preparare i piatti classici della tradizione al forno, arrosto con le patate, al sugo o brodettato. E – prosegue la Coldiretti – con l’aumento delle richieste cresce in questo periodo la possibilità di incappare in prodotti “taroccati”, che vengono cioè spacciati come Made in Italy senza esserlo, a danno dei consumatori. Si tratta di una situazione favorita dalle massicce importazioni che superano le 50.000 tonnellate all’anno per un valore di circa 200 milioni di Euro e che deve essere combattuta con l’applicazione della legge che prevede l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti come peraltro già accade per la carne bovina.

L’Italia – sottolinea la Coldiretti – ha l’opportunità di porsi all’avanguardia a livello europeo con l’applicazione della legge 3 agosto 2004 n.204 che prevede l’obbligo di indicare sulle etichette l’origine di tutti gli alimenti commercializzati e consente di valorizzare i primati qualitativi e di sicurezza della produzione nazionale. Si tratta di un provvedimento che deve essere completato con l’emanazione dei necessari decreti applicativi per i singoli prodotti e che – precisa la Coldiretti – accelera il percorso già iniziato a livello europeo. Dopo l’emergenza mucca pazza è divenuta obbligatoria, dal primo gennaio 2002, l’etichetta che consente di riconoscere l’origine della carne bovina. La stessa cosa – conclude la Coldiretti – è avvenuta, dal primo gennaio 2004, anche nella commercializzazione delle uova e dall’agosto dello stesso anno anche per il miele, ma purtroppo manca ancora per la carne di coniglio, quella suina, il pollame e l’agnello.