Si rinnova domani, giovedì 24 marzo, la tradizionale giornata del “Giovedì Santo”, un appuntamento che Sassuolo vive da sempre come un mix tra fede e commercio.
In via Rocca si potranno trovare le “roccheggianti” con i tradizionali “Tiramolla”, un dolce di zucchero tagliato a pezzetti e venduto in piccoli sacchetti e per tutto il giorno sarà presente un’infilata di allegri banchetti.


Nella chiesa di San Francesco in Rocca il bacio al crocifisso che prosegue con la processione serale del “Sacro tronco” per le vie del centro storico accompagnata dalla banda cittadina “La Beneficenza”.

La processione inizia alle 20.45 e il percorso vedrà come al solito interessate le vie Rocca, piazza Martiri partigiani, viale San Giorgio, via Cripi, via Menotti, piazzale Teggia, via Farosi, via Mazzini, viale 20 settembre, via Pretorio, via Clelia, piazza Martiri partigiani, piazzale Roverella, via Racchetta e ritorno in piazzale Della Rosa (quello del Palazzo ducale e della chiesa).

Venerdi’ invece la Scuola Corale G.Puccini di Sassuolo, su invito dall’Arciconfraternita del S.S.Crocefisso e della parrocchia di San Giorgio, parteciperà alla celebrazione della Via Crucis presso la chiesa di S.Francesco con inizio alle ore 21.

Il coro, diretto da Francesco Saguatti, accompagnerà il sacro rito con canti intonati alla tristezza tipica di quel giorno, in cui si ricorda la morte di Cristo sulla croce. Nove brani di altissimo valore musicale, composti da Schubert, Bach, Casals, Lotti, Akepsimas, De Marzi, Bettinelli, Saguatti, che intercaleranno i momenti di riflessione spirituale proposti da mons. Romano Baisi. Accompagnerà il coro all’organo la prof. Roberta Prandi.


Un pò di storia del Sacro tronco.

Fu Clelia Farnese, dopo aver sposato Marco Pio, signore di Sassuolo, a portare con sé gli statuti e le tradizioni dell’Arciconfraternita del Santissimo Crocefisso di San Marcello in Roma, e a voler replicare le procedure da essa attuate tramite la Confraternita sassolese, compresa la processione. Il crocefisso è stato rinvenuto in Turchia da Marco Pio di Savoia e portato a Sassuolo nel 1500. Verso la metà del ‘500 viene demolita la vecchia cappella attigua al castello, ancora non si può parlare di “palazzo Ducale”, ed iniziano i lavori di costruzione della chiesa di San Francesco, che custodisce da allora il Santo Tronco.
Si deve a Francesco I d’Este l’attuale decorazione, elogio dinastico della famiglia estense. I riferimenti alle virtù ed alle vicissitudini degli estensi sono molteplici, basti ricordare che Alfonso II, padre di Francesco, divenne frate dopo la morte dell’amatissima moglie, abbandonando ricchezze e poteri della vita terrena, proprio come San Francesco.