Sei persone sono state arrestate
dai carabinieri di Borgo Panigale, alla periferia di Bologna, che hanno sgominato un’articolata organizzazione dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e allo sfruttamento della prostituzione. Le vittime erano alcune decine di ragazze dell’Est europeo, in alcuni casi minorenni o costrette a prostituirsi anche in stato di gravidanza.

Al vertice del ‘giro’ c’era un albanese che, con la complicita’ del fratello detenuto in carcere, oltre a svolgere in prima persona l’attivita’ di ‘protettore’ avrebbe costretto altri sfruttatori a pagargli una sorta di tangente, in cambio di tratti di marciapiede sui quali fare lavorare le loro ragazze.
L’operazione ‘Combinazione’ ha fatto finire in manette, in varie fasi, Dalip Camko, 27 anni, albanese e Alina Banea, 21 anni, romena; successivamente e’ stato catturato un altro gruppo di sfruttatori, composto da Gherghe Pirjolea, 31 anni, la compagna Mariana Capatina, 25 e Daniel Petre, 33, tutti romeni; infine e’ stato arrestato anche l’italiano Giuseppe Trionfo, 51 anni, bolognese.

L’indagine, avviata lo scorso gennaio, e’ partita dall’albanese che, secondo quanto ricostruito dagli investigatori dell’Arma, agiva in accordo con il fratello Dritan, 25 anni, che con lui avrebbe tenuto le fila dell’organizzazione dalla cella del carcere dove e’ attualmente detenuto. Dritan, piu’ volte coinvolto in passato in indagini per reati di droga e anche per l’omicidio di un suo connazionale avvenuto a Bologna nel 2002, era stato arrestato alla fine del 2003 a Verona, dopo un inseguimento a 130 chilometri all’ora concluso con il ferimento di alcuni agenti e il recupero di mezzo chilo di cocaina.


Dopo il fermo di Dalip Camko e della complice Banea, che sfruttavano alcune ragazze albanesi, i militari hanno rintracciato un appartamento in zona Corticella dove gli altri tre romeni abitavano e facevano alloggiare altre prostitute, alcune delle quali minorenni, fatte arrivare in Italia illegalmente e costrette a lavorare sui marciapiedi di Borgo Panigale. Il gruppo, secondo i carabinieri, avrebbe utilizzato parte dei proventi per pagare la ‘tangente’ ai due fratelli albanesi. Ai primi 5 fermi e’ seguito l’arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, del bolognese che, oltre che di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, e’ accusato anche di favoreggiamento personale, in concorso con Dalip Camko. L’uomo, infatti, avrebbe favorito la latitanza di un altro albanese, Tomja Zeni, evaso nel novembre scorso dall’abitazione di Trionfo, dove era ai ‘domiciliari’, e poi nuovamente catturato dai carabinieri il 14 marzo.

Le sei persone coinvolte nell’inchiesta sono tutte rinchiuse al carcere della Dozza, tranne la Capatina cui sono stati concessi gli arresti domiciliari perche’ madre di una bimba di 5 mesi.