Nel 1997 è entrato in vigore nel nostro paese il Decreto Legge Bersani, che norma tra l’altro gli orari del commercio. Si prevedono 13 ore massime di apertura giornaliera, dal lunedì al sabato,
ed un massimo di 8 aperture festive alle quali si aggiungono il Patrono ed l’intero mese di dicembre.
Complessivamente saranno ben 15 le aperture in deroga per il 2006.

Ciò nonostante sono tanti i casi di Comuni della nostra provincia che hanno ritenuto di attribuirsi il titolo di ‘Città d’Arte’ o ‘Comune ad economia
turistica’, sfruttando uno dei limiti più vistosi del Decreto Bersani.
Difatti nei Comuni che ottengono tale riconoscimento il commercio non ha più nessuno dei vincoli d’orario previsti, e le aperture possono arrivare a 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno.
Tra i molti riconoscimenti discutibili fatti dalla Regione – fa notare Cgil Modena – vanno ricordati quelli di Fiorano, Castelvetro, Nonantola, Maranello e Marano sul Panaro.
È evidente a tutti che nessuno di questi Comuni regge la propria economia sul turismo, e lo scopo unico di questi riconoscimenti è quello di
rispondere alle ambizioni di qualche Sindaco o agli interessi delle diverse lobbies del settore.

In questi giorni la Provincia di Modena sta discutendo, assieme alle Associazioni Datoriali, dei Consumatori e dei Lavoratori il “Piano
operativo per gli insediamenti commerciali di interesse provinciale e sovracomunale”.
Si tratta di decidere quale sarà lo sviluppo del commercio a Modena nei prossimi anni.
La proposta dell’Amministrazione Provinciale è quella di un moderato sviluppo, per lo più concentrato nell’extralimentare; non sorgeranno nuovi ipermercati, eccezion fatta per l’Iper di Sassuolo/Fiorano, la cui nascita è peraltro subordinata alla chiusura di altri esercizi.
L’area dove potrebbe essere costruito l’ipermercato non è ancora stata identificata.
Se dovesse sorgere in quella parte di territorio di Fiorano riconosciuto ‘Città d’Arte’ potremmo avere, per la prima volta nel nostro
territorio, un ipermercato con potenzialità d’orario estreme ed ingiustificate.
Anche altre ‘Città d’Arte’ sono coinvolte dalle stesse problematiche, con strutture del commercio di dimensioni minori, ma sempre di interesse
provinciale o sovracomunale.

Al tavolo di concertazione la Cgil ha avanzato una proposta chiara: non devon essere previsti insediamenti di interesse provinciale e
sovracomunale in aree riconosciute ‘Città d’Arte’, al fine di evitare alterazioni inaccettabili alla concorrenza tra esercizi commerciali di Comuni diversi.

La nostra proposta – conslude Cgil – è certamente in linea con un piano equilibrato, e confidiamo sarà accolta senza difficoltà dall’Amministrazione Provinciale.