Per un nutrito gruppo di detenuti della Casa Circondariale di Reggio Emilia, si aprono le porte per una carriera di studi universitari. Una convenzione pilota, prima in Italia, tra l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ed il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, consentirà ad una ventina di reclusi nel carcere di Reggio Emilia, di seguire on-line corsi di laurea.

La collaborazione tra i due Enti, volta alla rieducazione dei reclusi mediante attività formative, nasce sulla scia di una presenza consolidata del mondo universitario nel carcere di Reggio Emilia, già protagonista di un’esperienza didattica nata per iniziativa del prof. Alberto Melloni e rivolta ai detenuti magrebini.

Il progetto, primo esperimento in Italia, si avvale del sistema di formazione a distanza che si regge sulla piattaforma elaborata dal Centro e-learning d’Ateneo, che ha sede presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione e dell’Economia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

Opportunamente adeguato alle esigenze dell’Amministrazione Penitenziaria, esso consentirà di seguire le lezioni in videoconferenza, attraverso l’innovativa soluzione di un collegamento informatico a circuito chiuso, tra l’Università e le aule multimediali realizzate presso l’Istituto di pena.

Il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria ha allestito, infatti, all’interno della Casa Circondariale di Reggio Emilia tre aule con 18 postazioni telematiche, attrezzate con materiali e tecnologie all’avanguardia e collegate, attraverso linee dati ad alta velocità, con la rete dell’Ateneo.

Speciali sistemi di connettività e di sicurezza informatica, garantiti dalla gestione di Telecom Italia, che si è prodigata come sponsor e partner dell’iniziativa, permetteranno di realizzare, oltre alle videoconferenze, anche il trasferimento files per i materiali didattici e di esame e l’interazione a distanza con docenti e tutors del corso di laurea.

Per ora sono venti i detenuti, selezionati a livello nazionale sulla base di precisi criteri, che potranno fruire del progetto. La flessibilità delle soluzioni tecnologiche adottate prevede – d’altra parte – la possibilità di coinvolgere in futuro altre facoltà dell’Ateneo e nuovi studenti, non solo detenuti, ma anche personale dell’Amministrazione Penitenziaria.

Oltre a tutto questo la Convenzione prevede l’organizzazione di interventi culturali da parte di docenti a favore dei detenuti e l’accoglimento all’interno del carcere di studenti e laureati per lo svolgimento di tirocini didattici dei corsi delle facoltà di Scienze della Comunicazione e dell’Economia, di Scienze della Formazione e di Ingegneria di Reggio Emilia.