“E’ sconcertante – commenta Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – come dopo 7 mesi dalla nostra prima segnalazione e solo dopo il sequestro operato dal Corpo Forestale dello stato in data 9 novembre, il Comune si attivi per emettere quello che era un atto dovuto, ovvero l’ordinanza che prevedere la messa in sicurezza della Corte e la bonifica dell’area della Corte”.

“Il giorno 15 novembre il Comune ha emesso l’atto che obbliga Maura Saviola, proprietario dell’immobile, a bonicare il tutto, dopo che l’ARPA a luglio aveva consegnato al Comune una dettagliata relazione in cui si evidenziavo i rischi per l’ambiente e la salute delle persone, con presenza di numerose tettoie in cemento-amianto sbriciolate e crollate, residui di liquami, cumuli di rifiuti, numerose batterie abbandonate e rifiuti ovunque”.

“Credevamo – continua Becchi – che segnalare al Comune fosse il mezzo più immediato e corretto, visto che l’organo preposto alla verifica è prioprio il Sindaco, invece ci siamo trovati di fronte ad un nulla di fatto: abbiamo aspettato per mesi che qualcosa si muovesse, poi dopo altri sopralluoghi e constatato che nulla era cambiato, abbiamo deciso di affidare il tutto ad altri enti. Colto in contropiede ora hanno emesso l’ordinanza, lasciando la relazione di ARPA in un cassetto da luglio fino ad oggi”.

“Ora occorre, oltre al ripristino, aprire un dialogo con la proprietà della Corte per verificare la possibilità di ripristinare gli stabili storici, ormai da anni abbandonati e in parte crollati. A Cadelbosco di storico possiamo dire tranquillamente che non esiste nulla e la corte del Traghettino rappresenta l’unica vera emergenza da tutelare”.