In una indagine sull’andamento dell’economia regionale, Confartigianato Federimprese Emilia Romagna ha fotografato la situazione dell’anno corrente e valutato gli sviluppi di medio periodo del prossimo triennio: il 2005 si configura come un anno di transizione in cui il sistema Emilia Romagna continua a far registrare una sensibile crescita dimostrando ancora una volta di saper reagire meglio delle altre regioni italiane alla difficile congiuntura.

Il Prodotto Interno Lordo nel 2005 sarà di 120.321 milioni di euro, con un aumento dello 0,6% rispetto allo scorso anno, un dato modesto ma indice di una fase di maggior sviluppo economico rispetto a Nordest (+0,3%) e Italia (+0,1%).
Confrontando i valori del 2005 rispetto a quelli degli anni precedenti, si scopre che la situazione rientra in un quadro di lenta crescita: +0,3% nel 2004, +0,6% nel 2005, +1,1% nel 2006; una leggera ripresa che si estranea dal rallentamento dell’ultimo anno con il NordEst passato da +0,8% nel 2004 a +0,3% nel 2005, e l’Italia cresciuta dell’1,2% nel 2004 e dello 0,1% nel 2005.
Indiscutibile il contributo della Regione al sistema Italia: il Pil dell’Emilia Romagna incide per il 39,1% sull’intera produzione del NordEst e dell’8,7% su quella nazionale, inoltre il Pil pro-capite in Regione si mantiene supera il NordEst del 4,2% e la media nazionale del 23,4%.

Gli elementi che maggiormente hanno risentito delle incertezze economiche del periodo attuale sono gli investimenti in macchinari ed impianti (-3%) ma le previsioni mostrano comunque un trend al rialzo, che potrebbe iniziare già dal 2006.
Sull’onda del recente boom edilizio osservato in tutti i livelli territoriali, anche in Emilia Romagna si assiste ad una progressione sensibile degli investimenti in costruzioni e fabbricati che, complessivamente, nel 2005 cresceranno dell’1,9% rispetto all’anno passato.
I consumi delle famiglie presentano variazioni meno marcate rispetto al 2004 (1,3% vs 1,6%), ma comunque superiori al punto percentuale, a dimostrazione di come tale componente riesca ad esprimere ancora un trend positivo, nonostante i molteplici problemi che allo stato attuale caratterizzano lo scenario economico nazionale. Le previsioni per i prossimi anni si allineano alle crescite stimate per il Nordest e per l’Italia, con un +1% tra il 2005 e il 2006 e +1,6% nel 2007.

La distinzione dei quattro macrosettori di attività economica, agricoltura, industria, costruzioni e servizi, permette di spiegare in maniera particolareggiata lo scenario economico della regione: infatti attraverso la suddivisione per comparti si riesce a distinguere, da una parte, le componenti economiche che contribuiscono positivamente alla crescita complessiva del Pil, dall’altra, si evidenziano i settori maggiormente coinvolti dalle difficoltà del momento.
Il settore agricolo, dopo un’ottima performance nel 2004 (+14%), si mantiene stabile nel 2005 (+0,5%), mentre nel 2006 crescerà dell’1,9% e nel 2007 dell’1,8%.
Buoni i ritmi di espansione registrati nelle costruzioni (1,6%) e nei servizi (1,5%) nel corso del 2005, che verranno mantenuti anche negli anni successivi: per i primi la crescita proseguirà al ritmo dell’1%, mentre per i secondi si assisterà nel 2006 ad un progresso pari all’1,7%.
L’unico comparto che evidenzia le maggiori difficoltà è quello dell’industria in senso stretto (-0,5%), che comunque registra ridimensionamenti inferiori a quanto osservato per l’intera economica nazionale e per l’area nord orientale (entrambi -0,8%).

Per quanto riguarda il commercio estero le esportazioni dell’Emilia Romagna contano per il 38,7% di quelle del NordEst, mentre le importazioni per il 32,9% ma non ci sono segnali particolarmente incoraggianti: la crescita attesa dell’import rimane superiore a quella dell’export, a causa del perdurare di alcuni fattori contingenti, quali la forza dell’euro, la competitività proveniente dai paesi emergenti (Cina e India), senza dimenticare i nuovi stati aderenti all’Unione Europea.
L’Emilia Romagna registra nel 2005 un tasso di crescita delle importazioni pari all’1,1%, mentre per le esportazioni si registra una flessione dello 0,9%, ipotizzando dunque una progressiva riduzione del saldo commerciale, in linea con le performance di NordEst e Italia.

I dati sull’incidenza del mercato del lavoro dell’Emilia Romagna, rispetto al NordEst e all’Italia, rimangono sostanzialmente immutati rispetto alle precedenti rilevazioni: il tasso di occupazione nel 2005 farà segnare un valore pari al 45,7%, in linea con la macrozona e decisamente superiore al dato nazionale, rispettivamente 44,9% e 39,2%; anche l’indice relativo al tasso di disoccupazione presenta performance migliori rispetto al dato nazionale (3,3% vs 7,7%), mentre non si evidenziano differenze di rilievo rispetto al NordEst (3,6%). Il tasso di occupazione nei prossimi dovrebbe oscillare tra il 45,7% e il 45,8%.

Per quanto riguarda l’andamento delle province Bologna si conferma quella con la maggiore capacità di produzione di ricchezza, con un valore aggiunto che nel 2005 potrebbe superare i 28.800 milioni di Euro in rialzo dell’1,4%, mentre la crescita media sarà dello 0,9%. Anche nei prossimi anni la provincia si dimostrerà particolarmente attiva con un incremento dell’1,9%, seguita da Parma con +1,8%, fanalini di coda Modena e Ravenna con una crescita dell’1,4%.
La distribuzione del reddito delle famiglie privilegia Bologna che supera i 22.500 milioni di euro, mentre si confermano Rimini e Piacenza le province con redditi più bassi; la crescita del reddito è accompagnata da un corrispondente aumento della spesa per consumi con una media del +2,3%, fuori dal coro Ferrara che farà registrare un incremento del 2,7% mentre per il futuro la media dovrebbe assestarsi sul +2,8%.
Le esportazioni calano dello 0,9% e le importazioni crescono dell’1,1%, felice eccezione Ferrara in cui le esportazioni crescono del 2%, mentre per quanto riguarda le importazioni Parma (+4,2%), Forlì-Cesena (+4,1%) e Ravenna (+2,8%) registrano crescite superiori alla media regionale.
In previsione, nel prossimo triennio si dovrebbe registrare un incremento di scambi verso l’estero del 3%, con Ferrara a +3,5%; purtroppo però nelle importazioni resterà elevato il grado di dipendenza dei prodotti provenienti dall’estero nelle province di Forlì-Cesena e di Parma.
I dati sul mercato del lavoro consolidano la struttura occupazionale delle singole province e con indicazioni di crescita, seppur lente, anche per il prossimo triennio; in maniera speculare, il tasso di disoccupazione non evidenzia dal 2004 al 2005 sostanziali differenze nelle province: il tasso dovrebbe attestarsi al 3,3% con diminuzioni significative a Modena (-1%) e Rimini (-0,9%).