I monaci tibetani del monastero di Gaden Jangtse saranno a Modena dal 2 al 4 dicembre per uno spettacolo di musiche e danze sacre al teatro Sacro Cuore e per la realizzazione di un mandala nella Sala Grande della Galleria Civica, in corso Canalgrande.

L’occasione è offerta dal tour europeo con il quale i monaci si propongono di far conoscere le difficoltà del monastero di Gaden, ricostruito a Mundgog, nello stato indiano del Karnataka, dove oltre 2 mila persone vivono in ambienti sovraffollati e riescono a consumare a malapena un pasto al giorno.

“Dopo il successo che i monaci hanno riscosso nei giorni del Festival filosofia – spiega l’assessore alla Cultura del Comune Mario Lugli – offriamo alla città un ulteriore momento di approfondimento della cultura tibetana che vedrà i monaci esibirsi nelle loro più celebri e suggestive danze e melodie. Ma si potrà anche vederli all’opera nella realizzazione del mandala di sabbia colorata all’interno della Galleria Civica, per uno dei più importanti e affascinanti rituali della loro cultura. E’ un occasione di sensibilizzazione verso i problemi dei monasteri buddhisti tibetani e le vicissitudini che il popolo tibetano sta affrontando da più di mezzo secolo”.

Danza del cappello nero, melodia del tagliare via l’ego, danza del leone delle nevi, sono alcuni dei temi dello spettacolo “Il Mandala della Pace”, che andrà in scena al teatro Sacro Cuore venerdì 2 dicembre alle 21 (ingresso libero) e che vedrà sette monaci esiliati portare in scena canti, balli e musica, accompagnati da strumenti tradizionali in un suggestivo tripudio di colori.
Sabato 3 e domenica 4 dicembre i monaci saranno impegnati dalle 10.30 alle 18 nella Sala grande della Galleria Civica, sede della mostra “Melina Mulas: il Terzo Occhio” (per l’occasione l’ingresso alle mostre della Galleria è gratuito), nella realizzazione del Mandala universale della pace.
Si tratta un’opera transitoria e nel contempo di un rituale che i monaci tibetani compongono mescolando sabbie colorate secondo un’antica tradizione. Le immagini così ottenute si trasformano in una raffigurazione simbolica dell’universo. Una volta terminato, il Mandala verrà cancellato dai monaci stessi con un’apposita cerimonia.