Sono circa 200 le aziende o laboratori gestiti da cinesi nell’Area Nord della provincia di Modena.
In oltre il 70 per cento di essi sono stati effettuati controlli in modo coordinato dalle forze dell’ordine e dagli organi di vigilanza.

Rispetto agli inizi del loro arrivo in zona, è emerso un miglioramento nell’applicazione delle normative, sebbene rimanga alto il divario da colmare prima di arrivare alla piena osservanza delle leggi e dei contratti di lavoro. Il dato sulla presenza cinese nella Bassa Modenese e l’esito dei controlli incrociati è uscito durante il convegno sul lavoro nero e irregolare organizzato l’altro giorno dalla Cisl di Mirandola. «I cinesi operano prevalentemente come contoterzisti nella filiera del tessile-abbigliamento, ma già si registrano segnali di una loro presenza anche nel settore metalmeccanico – rivela Pasquale Coscia, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl – Date le spiccate caratteristiche di autoimprenditorialità dei cinesi, c’è da aspettarsi a breve un aumento della loro presenza in tutti i settori manifatturieri e nei servizi. Per questa ragione è fondamentale mettere a loro disposizione procedure semplificate per mettersi in regola, sapendo che esiste un grosso problema di comunicazione a partire dalla lingua, ma anche culturale e di organizzazione della società. Ostacoli – conclude il segretario Cisl – che possono essere superati con l’aiuto dei mediatori culturali».


Intanto restano alte le preoccupazioni sulla diffusione del lavoro nero, non più limitato a singoli lavoratori che, per ragioni burocratiche, non riescono a regolarizzare la propria assunzione.
«C’è stato un salto di qualità – conferma Remo Perboni, responsabile della Cisl di Mirandola – Assistiamo a vere e proprie strategie messe in atto da agenzie per fornire mano d’opera a basso costo, solo formalmente in regola, ma che in realtà eludono leggi e contratti, arrecando un danno grave prima di tutto ai lavoratori, ma in secondo luogo anche alle imprese e a tutta la comunità.
Perciò – conclude Perboni – plaudiamo e guardiamo con attenzione all’indagine recentemente aperta dalle forze dell’ordine su un’agenzia di ricerca e selezione del personale, con sedi nella Bassa e in altri Comuni della nostra provincia».