E’ ritenuta per antonomasia la ‘tassa sulla casa’, ma in realtà il gettito dell’Ici arriva ai Comuni soprattutto dai negozi e dai capannoni, mentre solo il 25,7% proviene dalle abitazioni di residenza. Il restante 74,3%, infatti, proviene dall’applicazione dell’imposta sulle concessioni demaniali, sulle seconde o terze case, sugli immobili commerciali e
industriali, sui terreni edificabili o sui terreni agricoli.

A fare il punto sul gettito Ici è un’indagine degli artigiani della Cgia di Mestre che accanto alle medie nazionali ha analizzato la situazione anche a
livello territoriale. E così a vincere nella classifica del maggiore gettito Ici, riferito alla di prima casa, è il comune di Livorno, con un’incidenza pari al 43,4% sul gettito totale, cioè 14 milioni 695 mila
419 euro su un totale di 33 milioni 826 mila 598 euro. Segue il comune di Genova con il 39,5% di Ici proveniente dall’abitazione principale (62,2 mln
su 157,1 mln), terza Cagliari, con un’incidenza pari a 38,2%(11,3 mln su 29,6 mln).

”Non bisogna dimenticare, ad esempio, – spiega Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – che per questa imposta può essere applicata un’aliquota inferiore al 4 per mille nei confronti di proprietari che eseguono interventi volti al recupero di unità immobiliari inagibili, mentre i comuni ad alta tensione abitativa possono prevedere delle aliquote superiori di due punti al limite massimo fissato per legge che è pari al 7 per mille”.

Questo avviene per quelle abitazioni che intenzionalmente vengano mantenute sfitte da almeno due anni. Secondo
Bortolussi, l’analisi sull’Ici fa emergere una tendenza sempre più generalizzata nei Comuni italiani, dove i sindaci ”cercano di far pesare
questa imposta in particolar modo su capannoni, negozi, e altre voci non residenziali sgravando dal carico fiscale le famiglie mono proprietarie”.

Tornando alla classifica, fanalino di coda della penisola è il comune di Messina, con un gettito Ici proveniente dalla prima casa che arriva appena al 14,5% del totale del gettito Ici comunale; solo due milioni 739 mila 561 euro su 18 milioni 888 mila 782 euro. A precedere Messina è Imperia, con un’incidenza pari al 16,5%, quindi Asti, con il 17,4%, Mantova, 17,7%, Bolzano, 18,1%, Pistoia. 18,2%, Brescia, 18,4%, Piacenza, 19,2%, e Vicenza con Venezia, 19,9%. L’elaborazione della Cgia di Mestre continua poi con la graduatoria dei gettiti Ici in termini assoluti. A svettare in cima alla classifica per l’imposta sulla prima casa è Roma,
con 263 milioni 729 mila 564 euro, pari al 32,1% dei totali (822 milioni 93 mila 238 euro); secondo è il comune di Milano (104 milioni 34 mila 854 euro corrispondenti al 27,2% del gettito Ici totale (382 milioni 662 mila 279 euro), terzo è Torino, con 83 milioni 232 mila 305 euro provenienti dai contributi Ici per la prima casa, pari al 34% del gettito totale (245 milioni 27 mila 279 euro). Il gettito Ici per la prima abitazione più ‘povero’ è invece quello di Urbino con appena 563 mila 762 euro, preceduto
da quello rilevato ad Enna (606 mila 490 euro).