Un convegno dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia farà il punto sulla tubercolosi. L’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena al riguardo ha avviato la sperimentazione di due nuovi test per il controllo e la diagnosi precoce della malattia.

La presentazione dei risultati di nuovi test diagnostici per l’infezione tubercolare alle strategie di controllo della tubercolosi ed alla diagnosi precoce nei casi più complessi, eseguiti presso il Policlinico Modena, accertamenti che pongono in questo campo di studi l’Azienda ospedaliera-universitaria di Modena tra i centri all’avanguardia, rappresenta l’occasione per fare il punto sulla situazione epidemiologica della tubercolosi, a livello locale e nazionale, ed identificare le strategie più adatte a combattere la diffusione di questa malattia.

La tubercolosi: update 2006” è l’argomento di un convegno di aggiornamento, coordinato dal prof. Luca Richeldi e dal dott. Pietro Roversi, che si svolgerà domani, venerdì 20 gennaio, alle ore 9,00 a Modena presso il Centro Servizi Didattici della Facoltà di Medicina e Chirurgia (via del Pozzo 71) dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

L’Azienda ospedaliera-universitaria di Modena è l’unica struttura sanitaria in Italia, ed una delle poche in Europa, in grado di eseguire regolarmente due nuovi test immunologici, che possono essere condotti sia su pazienti ricoverati che su quelli ambulatoriali.
I due nuovi test diagnostici per l’infezione tubercolare, il QuantiFERON-TB Gold (QFT-TB) ed il T-SPOT.TB (TS.TB), si basano sul fatto che i linfociti del sangue periferico delle persone infette, che hanno già “incontrato” il micobatterio tubercolare, sono in grado di riconoscere due suoi antigeni, l’ESAT6 e CFP10, e di produrre, in risposta, una citochina, l’interferone-gamma (IFN-γ).

Il QuantiFERON-TB Gold è tecnicamente più semplice e viene eseguito con metodiche generalmente già in uso nei laboratori di microbiologia. Il T-SPOT.TB prevede un passaggio in più (cioè l’isolamento delle cellule mononucleate del sangue periferico), è tecnicamente più complesso e la lettura viene eseguita con una metodica che si sta diffondendo nei laboratori specialistici, anche se non ancora molto diffusa.
Nell’ambito dell’appuntamento modenese saranno, altresì, illustrate le nuove linee guida americane, recentemente pubblicate dai Centers for Disease Control and Prevention, relative all’impiego di questi nuovi test diagnostici e si discuterà sulla loro potenziale applicabilità alla realtà italiana.