Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge che consentirà di ridurre il consumo di gas anche grazie alla riapertura di centrali, chiuse un paio di anni fa, che lavorano con combustibili senza zolfo o a basso tenore di zolfo. Lo ha reso noto il ministro delle attività produttive Claudio Scajola.


“Sto per firmare un provvedimento che prevede di abbassare di un grado le temperature e diminuire di un’ora il riscaldamento”, ha aggiunto Scajola.
“Abbiamo bisogno di chiedere un sacrificio agli italiani, abbasseremo la temperatura salvo le eccezioni in ospedali, cliniche, case di cura, centri sociali per anziani, scuole, asili nido, come giustamente richiesto dai ministri Storace e Moratti”.

Secondo Scajola, queste misure consentiranno di risparmiare “fra i 5 e i 10 milioni di metri cubi di gas”, una forchetta ampia, perché il controllo di queste misure “è più difficile”. Senza interventi l’Italia rischierebbe di “intaccare le riserve strategiche di gas entro metà febbraio”.
“Stiamo utilizzando 100-140 milioni di metri cubi al giorno” di scorte che a questo ritmo hanno “ancora possibilità di arrivare a metà febbraio, dopodiché si dovrebbero intaccare i 5 miliardi di metri cubi della riserva strategica”.

Il decreto anti-emergenza prevede, poi, l’uso di olio combustibile nelle centrali che consentirà di risparmiare fra i 25 e i 35 milioni di metri cubi di gas al giorno. Sono almeno sei le centrali elettriche, che utilizzano olio combustibile, e che saranno riaperte grazie al decreto di emergenza approvato.
Il provvedimento potrebbe determinare un “piccolo aumento ma di lieve entità” sulle bollette delle famiglie, “anche se i conti andranno fatti a consuntivo”.